Si sono appena spente le luci su Big Pharma, accese dall’articolo di Venerdì di Repubblica di due settimane fa, che già un altro filone si è aperto sulle malefatte di alcune aziende farmaceutiche.
Ogni qual volta, la magistratura, le forze dell’ordine o i giornalisti indagano sul mondo della sanità e del settore farmaceutico, ne vengono fuori delle “belle”.
Il fil rouge è sempre lo stesso, alcuni furbacchioni del settore, si studiano qualche escamotage per arrivare sul malloppo formato dai soldi per la sanità e finchè non vengono scoperti arraffano a tutto spiano.
Eppure come d’incanto l’industria farmaceutica ne esce sempre pulita, l’Aifa ed il Ministero della Salute con un atteggiamento molto opinabile non intervengono su quanto accade, lasciando cadere nel dimenticatoio quello che invece viene a galla durante le indagini giornalistiche o non.
Finora nessuna azienda farmaceutica ha dovuto subire alcunché, anzi le aziende più chiacchierate continuano come sempre nella loro opera quotidiana.
Nessun farmaco è mai stato depennato dal SSN, anzi. Il prezzo dei farmaci viene mantenuto tale pur in evidenza di situazioni non cristalline o per meglio dire truffaldine. Solo gli isf pagano un forte dazio su quanto sta accadendo. In primo luogo con un danno di immagine, essendo a contatto con le persone che guardano sempre più con attenzione la nostra categoria sospettata a torto di essere la causa scatenante di quanto accade e praticamente in quanto i tagli occupazionali riguardano solo noi e non “le caste aziendali” che sono le vere responsabili di certe politiche.
Finché poi la nostra categoria continuerà ad interessarsi solo del suo piccolo orticello, disinteressandosi di quanto accade a livello generale ed al proprio collega, sarà un gioco da ragazzi per le aziende farmaceutiche imperare su quanti operano nel nostro settore.
Eppure non ci vuole poi molto ad ottenere qualche risultato. Bisogna solo aumentare il peso e la rappresentatività di quelle strutture associative e sindacali che si occupano veramente delle nostre problematiche, abbandonando vecchi luoghi comuni e convinzioni che non hanno più ragione di essere.
Sarà però la proverbiale pigrizia degli informatori o le grandi capacità disgregative delle aziende farmaceutiche fatto sta che la nostra categoria in un momento topico come questo fa fatica a ritrovarsi, solo qualche raro caso di “resistenza”, per il resto la categoria rimane prona e non dà segnali di fastidio o reazione.
Leandro Puliti
04.05.2010
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