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Falsificò ricette: farmacista dovrà pagare 1,2 milioni ad Ats
La Corte dei conti, la sentenza per danno erariale e d’immagine. La donna ha impugnato la radiazione.
Accusata di falso e truffa aggravata, il 6 luglio 2023 la farmacista di Vilminore di Scalve E. P. aveva patteggiato due anni, con pena sospesa. Dopo la sentenza del Tribunale di Bergamo, ci fu la confisca di beni per circa 800mila euro . Dopo il capitolo penale, adesso è arrivata la sentenza della Corte dei conti, che ha quantificato in oltre un milione e 200mila euro il danno erariale e d’immagine per Ats (Agenzia di Tutela della Salute). Entro quando dovrebbe versare il dovuto? «La sentenza deve prima diventare esecutiva, poi lo Stato potrà muoversi per il risarcimento», ha spiegato l’avvocato Carlo Pressiani, che assiste con Saul Monzani la farmacista.
Questo procedimento «ha origine dalla contestazione sul lato penale», ma non c’è un automatismo: «La Procura della Corte dei conti ha fatto le sue indagini», ha affermato. E il patteggiamento a Bergamo è non una prova ma “un elemento indiziario”». Al momento, comunque, la difesa non ipotizza di impugnare la sentenza.
Falsificate una serie di ricette
Facendo un passo indietro, e arrivando al procedimento che si concluse in udienza preliminare con il patteggiamento a Bergamo, secondo l’impianto accusatorio la farmacista aveva falsificato una serie di ricette di pazienti per ordinare, a loro insaputa, dei costosi farmaci salvavita. Medicinali che dovevano essere utilizzati dai trapiantati, ed erano rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Lei pagava regolarmene le aziende fornitrici, ma poi questi farmaci restavano nel magazzino oppure veniva gettati via.
Da qui il via all’inchiesta chiamata «Farmaco-mat» dai carabinieri. Il 16 marzo del 2022, i carabinieri ispezionarono quindi la farmacia, sequestrando medicinali e ricette. La donna, quando già il suo telefono era intercettato, disse alla madre di aver falsificato le ricette per «aumentare il fatturato della farmacia». La madre l’aveva sgridata, chiedendole perché avesse agito in quel modo, e lei rispose: «Soldi facili». Durante un’altra telefonata, sempre dopo l’ispezione, un amico le aveva consigliato di «far sparire tutto». E poi, la telefonata con il marito dopo che questi aveva parlato con il commercialista, il quale aveva avvisato l’uomo del fatto che rischiavano di «perdere tutto», e proponendo quindi di creare una società dove lei avrebbe avuto solo una piccola quota.
La farmacista è stata radiata dall’Ordine, provvedimento sospeso in attesa della decisione sull’impugnazione del provvedimento da lei presentata. La farmacia di Vilminore ha continuato a funzionare con diversa gestione.
Nota: I sospetti sono nati dalla Biotest Pharma, azienda produttrice dei farmaci (in particolare Zutectra il cui prezzo vendita è 1.840 € a confezione) con cui P. attuava la truffa che le viene contestata dagli inquirenti: il 16 marzo scorso i carabinieri del Nas di Brescia si sono recati nella sua farmacia, scoprendo 272 confezioni di farmaci, per un valore di 217mila euro, senza il bollino di rintracciabilità, alcuni tra i rifiuti. Un’attività iniziata un anno fa e che le avrebbe fatto fruttare ben 804.753 euro. Ha venduto un numero di confezioni di quel farmaco ben tre volte superiore a quello di tutte le altre farmacie della provincia.