BARI – Non si può condannare qualcuno per avere importato dall’Albania medicinali non registrati presso il Minisero delle Salute italiano quando si scopre che i flaconi sequestrati a suo tempo dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle Dogane non contengono in realtà farmaci, ma semplici prodotti omeopatici. Sulla base di questo principio Francesco Matteucci, 50 anni, pisano, giunto nel settembre di tre anni fa nell’aeroporto di Bari dall’Albania con 228 flaconi e medicamenti per un peso complessivo di quasi 40 chili, tutti prodotti commercializzati dalla «Pharma Matrix» a Tirana e diretti al poliambulatorio «Stella Maris» di San Marino, è stato assolto con formula piena.
Il dispositivo risale a fine aprile. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni del provvedimento da cui emergono spunti interessanti. Sulle presunte proprietà antinfiammatorie, antidolorofiche e antitumorali del «Vidatox», del «Vimang», del «Ferrical» si discute da tempo più che all’interno della comunità scientifica, al livello di tam tam su internet da parte di persone ammalate di tumore arrivate fino a Cuba per procurarsi questi medicamenti. Da anni nel Paese caraibico la casa farmaceutica statale produce medicamenti omeopatici ricavandoli dal veleno di uno scorpione che vive solo lì. Per questa ragione i malati di tumore che volevano sperimentare la cura, anche baresi, dovevano prendere un volo e andare a L’Havana dove alla popolazione locale i prodotti vengono distribuiti gratuitamente, mentre gli stranieri pagano una cifra davvero simbolica.
Da qualche anno Pharma Matrix commercializza in Albania prodotti analoghi. Vendendoli a cifre decisamente più alte che a Cuba. Sempre l’azienda albanese, come ha riferito in aula nel corso del processo il suo amministratore delegato, aveva siglato con la Stella Maris di San Marino un accordo per la sperimentazione «finalizzato alla verifica della analisi statistiche provenienti da Cuba e alla verifica del possibile utilizzo combinato di due prodotti omeopatici (Vidatox e Vimang Jarabe)». Prodotti «consegnati al Matteucci in quanto diretti al Poliambulatorio». L’uomo, più nel dettaglio, aveva con sé due borsoni contenenti 192 flaconi da 30 ml denominati «Vidatox 30 CH»; 15 flaconi da 500 ml denominati «Vimang»; 15 flaconi da 500 ml denominati «Vimang Jarabe», sei flaconcini da 500 ml denominati «Ferrical».
Il giudice monocratico Chiara Civitano, accogliendo la tesi dei difensori di Matteucci, Francesco Paolo e Roberto Eustacchio Sisto, ha assolto l’imputato «perché il fatto non sussiste». «Riguardo alla qualifica attribuita alla merce in sequestro – si legge nelle motivazioni – ogni dubbio sulla eslcusione della stessa categoria dei medicinali è fugato non solo dai risultati delle ricerche scientifiche allegate dalla difesa, ma anche e soprattutto dai risultati delle analisi disposte dalla Procura di Bari secondo i quali gli accertamenti (…) non hanno evidenziato la presenza di principi attivi farmaceutici». [red. cro]