Niente proroghe per i medici di base con studi decentrati. La categoria – come tutte le altre, ancorché con fatturato sotto i 200 mila euro annui – dal 1° luglio dovrà installare in studio il lettore bancomat, meglio noto come Pos o Point of Sale: se il cittadino chiede di pagare così, per importi oltre i 30 euro, una prestazione libero professionale o un certificato, andrà accontentato. Lo ha sancito il Tar Lazio in risposta all’Ordine degli Architetti che aveva chiesto un’ulteriore sospensiva del decreto ministeriale 24 gennaio 2014. Resta da vedere se l’obbligo di installare l’apparecchio (circa 100 euro) e pagare il canone –assimilabile a quello telefonico – e 1-2 euro a commissione alla lunga possa scoraggiare i mmg tanto da portarli ad abbandonare l’attività negli studi decentrati o a centralizzare l’attività autonoma nelle sedi principali di aggregazione.
Per Guido Marinoni consigliere Fnomceo e medico Fimmg, «in realtà è residuale la quota di libera professione rimasta in capo ai mmg – pochi di essi esercitano in forma strutturata – né al momento sono previste sanzioni al medico che rifiutasse di farsi pagare con questa modalità in quanto sprovvisto di Pos. Peraltro, si va verso la moneta elettronica e la norma è ordinativa: il medico deve adeguarsi e le associazioni professionali potrebbero aprire un dialogo con le banche sulla possibilità di agevolare la transizione al pagamento elettronico. Il problema è in fondo marginale: per me, lo è più dell’obbligo di dotarsi di casella di posta elettronica certificata, che molte spese avrebbe evitato alla Pa, e al quale pure la professione ha risposto poco, forse per l’assenza di sanzioni».
«Non sarà certo il fastidio di pagare una commissione tanto più antipatica quanto più è basso il fatturato a cancellare i microstudi dei medici; tuttavia si tratta di un’ulteriore zeppa che si somma ad altre e impedisce lo sviluppo delle professioni anziché favorirlo», diceMarco Gioncada, odontoiatra segretario dell’Ordine dei medici di Pavia, provincia con aree spopolate e medicine di gruppo avanzate. «Le associazioni di categoria potranno abbattere i costi del Pos e di commissioni che arrivano al 2,5% (qualcuna come Andi lo ha fatto) ma il problema di fondo resta: gli stati per combattere l’evasione puntano sulla tracciabilità delle transazioni, e invece forse avrebbero risultati migliori aumentando le detrazioni sulle spese dei cittadini per prestazioni di diagnosi e cura».
Mauro Miserendino