Sul Decretone Sanità ci sarà il parere della conferenza Stato-Regioni e saranno possibili modifiche. Per quanto riguarda le risorse, poi, l’intervento si completerà con la spending review perché dalla ristrutturazione degli ospedali si libereranno risorse. A dirlo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che spiega: «Porre il problema delle risorse a monte in questo momento è dare alibi a chi non vuole fare nulla. Il medico di medicina generale 7 giorni su 7 è un’esigenza avvertita da molti anni dagli italiani, ma non definiamolo una rivoluzione, perché questi principi già si avevano in parte nella normativa e in parte nelle Convenzioni nazionali. Ora auspichiamo che sia la volta buona per generalizzare questi principi su tutto il territorio nazionale. E ci aspettiamo che le risorse liberate dalla spending review siano molte e che si possano riversare sul territorio». «Non appena possibile» è il commento di Luca Coletto, coordinatore della Commissione salute degli assessori regionali alla sanità «con il testo approvato dal Consiglio dei ministri faremo una riunione e proporremo le nostre modifiche». E sull’ipotesi che le Regioni possano mettere mano al testo non è contrario Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg: «Siamo favorevoli a una collaborazione tra Ministero e Regioni e noi stessi siamo disponibili a dare il nostro contributo. Poi valuteremo il risultato. Abbiamo denunciato i comportamenti sbagliati delle regioni nei giorni scorsi. Certo, se per assurdo, magari si intervenisse sul tetto di spesa individuale del medico o sul rapporto di dipendenza, allora le nostre reazioni sarebbero immediate e valuteremmo l’ipotesi di uno sciopero».
11 settembre 2012 – DoctorNews
Ricciardi: medicina del territorio, ultimi in Europa
Siamo ultimi in Europa e anche con un bel distacco. Il grido di allarme è stato lanciato da Walter Ricciardi, della European public health association, e si riferisce alle organizzazioni complesse h 24 della medicina del territorio contenute nel Decreto Balduzzi. «In Gran Bretagna per esempio ormai da molti anni i general practitioner sono organizzati in gruppi che hanno un loro budget, che utilizzano per pagare il personale e acquistare materiale per allestire piccole sale operatorie o altro». Certo si tratta di esperienze che richiedono risorse: «Non si tratta solo di essere coinquilini» continua Ricciardi. «I medici devono avere a disposizione delle risorse per gli strumenti e per il personale, altrimenti non riusciranno ad alleggerire i compiti del Pronto Soccorso, che è uno degli obiettivi della riforma». Sull’assenza di risorse è d’accordo anche Claudio Cricelli, presidente Simg, intervenuto nel dibattito: «In paesi come Portogallo, Spagna, Svezia e Norvegia, dove i medici dipendono dallo Stato, c’è comunque una forma di aggregazione. Dove invece possiamo essere innovativi è nella collaborazione con i medici specialisti, che è molto meno diffusa, e nel fatto che le aggregazioni da noi garantiscono che un medico di famiglia sia sempre disponibile, anche quando gli altri sono fuori magari per delle visite. Ma il nuovo sist