Aziende farmaceutiche americane sul piede di guerra dopo che il presidente americano Barack Obama ha proposto, nel quadro del budget 2014, una serie di misure che le riguardano da vicino. Il piano da 3,8 trilioni di dollari richiede infatti che le imprese contribuiscano con 169 miliardi di dollari in 10 anni; di questi, 123 miliardi arriverebbero dagli sconti sui farmaci imposti anche nei confronti degli utenti anziani e a basso reddito di Medicare, su modello di quelli per i beneficiari di Medicaid, il programma di copertura sanitaria federale per i meno abbienti, che pagano i farmaci, anche di marca, molto meno rispetto a chi usufruisce di Medicare.
Obama ha anche intenzione di colmare il gap di copertura del Medicare Part D (il programma per i farmaci con ricetta) entro il 2015, invece che nel 2020 come precedentemente deciso. Risparmiando circa 11 miliardi di dollari attraverso uno sconto obbligatorio dal 50 al 75% sui griffati dispensati tramite il programma a partire dal 2015.
La Casa Bianca intende poi incoraggiare un uso più esteso dei farmaci generici, aumentando la compartecipazione dei cittadini per l’acquisto dei griffati e tagliando quella per gli equivalenti, risparmiando un totale di 7 miliardi di dollari.
Infine, il budget prevede il bando degli accordi presi fra aziende a marchio e generiche per ritardare l’arrivo sul mercato di versioni a basso costo dei brand, e la riduzione dell’esclusività di mercato per i biologici per velocizzare lo sviluppo e l’arrivo in commercio di biosimilari, con un risparmio stimato di 14 miliardi di dollari in 10 anni.
Per la Farmindustria americana, queste proposte sono "un male per i pazienti, per l’innovazione e per l’economia", ha detto il vicepresidente Phrma, Matthew Bennett. "Imporre sulla parte D di Medicare sconti pari a quelli di Medicaid aumenterà i premi che i pazienti dovranno