Repubblica di martedì 16 aprile 2013, pagina 36
di Cillis Anna Rita
Non solo medicinali o prodotti per il benessere, ma anche servizi sanitari. A questo guardano oggi le farmacie. Così come prevedono, peraltro, quattro decreti attuativi che hanno l’obiettivo non solo di agevolare l’accesso dei cittadini ad alcune prestazioni del Servizio sanitario nazionale, ma anche di razionalizzare le spese e accorciare i tempi d’attesa. Ai nastri di partenza le oltre 18.000 croci verdi italiane, tra pubbliche e private, ci sono da tempo, ma al via «manca il rinnovo della convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, fermo dal 1998, fa notare, però, Annarosa Racca, presidente di Federfarma — senza questo passaggio non si sbloccherà la situazione». È quello per Racca il punto di raccordo necessario per far decollare un piano che potrebbe rivoluzionare l’accesso ad alcune prestazioni. Un esempio? In farmacia, subito dopo l’accordo con le Regioni, si potranno fare ovunque test per glicemia, colesterolo, trigliceridi, transaminasi. Misurare parametri delle urine e dell’ovulazione, come i valori della pressione arteriosa o della saturazione dell’ossigeno. Prenotare visite mediche, ritirare i referti. Sempre in farmacia si potrà richiedere, a domicilio, un infermiere o un fiosterapista. Sono solo alcuni esempi, ovviamente. E di tutto questo potrà usufruirne un siciliano come un altoatesino, senza distinzione geografica, in qualsiasi località: dalla metropoli al paesino montano. Va detto che in alcune zone d’Italia tutto questo è già realtà. «Molti Tra gli scaffali spunta l’ambulatorio dei nuovi servizi sono disponibili in diverse aree grazie però all’iniziativa autonoma delle farmacie o in base ad alcuni accordi con Aziende sanitarie locali o Regioni. Prenotare una visita medica è già possibile in Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Ma ci sono anche altri esempi da citare: a Brescia, in accordo con il sistema sanitario locale, in via speri-mentale si può richiedere un infermiere a domicilio. Purtroppo, però, la situazione, in Italia è eterogenea», spiega Racca. Una trasformazione comunque necessaria anche a fronte della crisi che, perla prima volta, si è abbattuta sulle farmacie facendo registrare un calo del portafoglio in un solo anno pari a un miliardo(dai 25,8 miliardi di euro nel 2011 ai 24,8), ovvero «i14 per cento in meno del totale», sottolinea Lorenzo Brambilla, direttore di Ims Health. «La situazione economica non è delle più facili anche per noi, alcune farmacie sono fallite», conferma la presidente della federazione. Ad abbassare per sempre la saracinesca sarebbero state, nell’ultimo anno una cinquantina di Croci verdi. Per Andrea Mandelli, presidente della Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti Italiani, la strada da percorrere per uscire dall’empasse è di trasformare le farmacie «in presidi sanitari che possano controllare l’aderenza delle terapie farmacologiche dei cittadini, per fare un solo esempio. La capillarità delle farmacie deve essere sfruttata. Il momento non è dei più facili e le difficoltà nell’applicazione dei er decreti pe