Bragantini (PD): “Il Piemonte faccia come il Veneto: gli ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e gli informatori scientifici sono anche loro lavoratori della sanità”
Chivasso oggi – 31 luglio 2020
“Agli informatori scientifici continua ad essere vietato l’accesso alle strutture sanitarie. L’Associazione Italiana Informatori Scientifici del Farmaco Regione Piemonte ha evidenziato come tale divieto non solo renda agli informatori scientifici difficoltoso l’esercizio della loro professione ma potrebbe causare importanti ricadute negative sotto il profilo occupazionale incidendo, oltre che sulla salute dei piemontesi, anche sui livelli di occupazione di molte imprese del settore. Peraltro, l’Associazione ha più volte sollecitato per iscritto un incontro sia al Presidente Cirio sia all’assessore Icardi (a destra nella foto), senza ottenere riscontro alcuno.
Per questo ho presentato un Question time, per capire se, in che tempi e con quali modalità, la Regione Piemonte intenda affrontare e risolvere la questione dell’accesso degli informatori scientifici ai nostri ospedali e presidi sanitari”: lo dichiara il consigliere regionale Alberto Avetta (PD), che ha presentato in Consiglio regionale un Question Time sul divieto di accesso degli informatori scientifici alle strutture sanitarie regionali, conseguenza del fatto che il settore non è stato preso in considerazione dal Decreto Regionale n. 68 del 13 giugno 2020, né sono state adottate linee guida in materia, nonostante la normativa nazionale riconosca agli informatori scientifici un ruolo rilevante considerandoli parte integrante del sistema sanitario.
“I nostri ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e tra i lavoratori della sanità bisogna includere anche gli informatori scientifici del farmaco – commenta Paola Bragantini, coordinatore della Segreteria regionale Pd Piemonte –
Il Veneto ha riconosciuto l’interesse pubblico nello svolgimento dell’attività di informazione scientifica e ha consentito con apposita Delibera l’accesso regolato degli informatori scientifici nelle strutture ospedaliere, anche in deroga alle disposizioni limitative degli accessi adottate dalle singole strutture.
Non si vede perché in Piemonte non si voglia mettere questa categoria di lavoratori nelle condizioni di poter svolgere la loro professione”.
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