La sta per presentare l’onorevole Vittoria D’Incecco insieme ad altri 11 parlamentari Dem. “Funzione medica accerchiata da nuove professioni. Tempi maturi per una legge che faccia chiarezza per medici e cittadini”
25 marzo 2015 . quotidianosanità.it
La sta per presentare l’onorevole Vittoria D’Incecco insieme ad altri 11 parlamentari Dem. Spettano solo al medico “la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie”. E “la titolarità e la responsabilità di tutte le decisioni relative alla salute del paziente, la conseguente e necessaria unitarietà dei percorsi clinico-assistenziali che esse comportano, i correlati assetti organizzativi”. IL TESTO IN ANTEPRIMA
25 MAR – “L’atto medico ricomprende tutte le attività professionali di carattere scientifico, di insegnamento, di formazione, educative, organizzative, cliniche e di tecnologia medica, svolte al fine di promuovere la salute, prevenire le malattie, effettuare diagnosi e prescrivere cure terapeutiche o riabilitative nei confronti di pazienti, individui, gruppi o comunità, nel quadro delle norme etiche e deontologiche”.
Non è una dichiarazione d’intenti o un passaggio di una relazione a qualche convegno. E’ il testo dell’articolo 1 di una nuova proposta di legge parlamentare che la deputata PD Vittoria D’Incecco si accinge a presentare alla Camera e sulla quale ha già ricevuto diverse adesioni di altri parlamentari democratici.
Un proposta che aspira a dare una risposta a quanti, dal mondo medico soprattutto, stanno da tempo chiedendo una regolamentazione legislativa dell’atto medico. Una richiesta che si è fatta più pressante in questi ultimi mesi dopo le polemiche sulle nuove competenze professionali che per molti medici rappresentano un serio pericolo per la salvaguardia delle loro prerogative.
“È attualmente in corso non solo nel nostro paese un importante dibattito – si legge nella relazione alla proposta di legge – ma spesso artificioso e strumentale, su ciò che alcuni definiscono ‘cambiamento della figura del medico’, con risvolti nei profili di carente legislazione sulla responsabilità in capo al medico nell’esercizio della medicina”.
“La funzione medica – si legge ancora – dotata dei formidabili strumenti clinico-assistenziali di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione, frutto di 25 secoli di attività e studio dei medici stessi, è oggi però ‘accerchiata’ dai tanti attori del mondo della sanità e dalle tante nuove professioni sanitarie sviluppatesi nell’ultimo secolo: si vuole dimenticare la centralità del rapporto medico-paziente mediante travisamenti e talora forzature in un momento storico in cui sempre più il malato richiede un medico cui affidarsi”.
“Si ritiene da più parti che i tempi siano maturi – sottolinea ancora la relazione – per emanare una legge che recepisca l’importante e puntuale giurisprudenza prodotta in Italia sull’atto medico. Essa è ormai indispensabile per fare chiarezza ai cittadini utenti e non del Sistema Sanitario Nazionale, a tutti gli operatori e amministratori della sanità”.
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La proposta di legge Incecco, si basa su un lungo lavoro storico e giuridico portato avanti dal dottor Antonio Ciofani, Dirigente Responsabile Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi Ospedale Spirito Santo di Pescara e Consigliere Nazionale Anaao-Assomed, che ha elaborato una bozza di proposta di legge che poi, con alcune modifiche, la parlamentare del PD ha deciso di far “sua”.
Nel suo lavoro Ciofani si è ispirato soprattutto alle definizioni di atto medico prodotte dalla Federazione italiana delle società medico scientifiche (Fism) e dalla Unione europea dei medici specialisti (Uems).
Secondo il testo finale, come si legge sempre all’articolo 1, “L’atto medico è una responsabilità del medico abilitato e deve essere eseguito dal medico o sotto la sua diretta supervisione e/o prescrizione”.
E al medico (art. 2), spettano la competenza esclusiva su “la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie, ottenibili sulla base di un’attenta valutazione clinica e di una ragionata e documentata prescrizione di esami diagnostici e procedure terapeutiche o riabilitative utili alla gestione ottimale del quadro clinico in atto e finalizzato alla possibilità di guarigione”.
In capo al medico, infine, (art. 3), “la titolarità e la responsabilità di tutte le decisioni relative alla salute del paziente, la conseguente e necessaria unitarietà dei percorsi clinico-assistenziali che esse comportano, i correlati assetti organizzativi”.
Proposta di legge sull’Atto medico (D’Incecco, PD)
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IPASVI SU PROPOSTA LEGGE D’INCECCO, NO A MEDICO PADRE PADRONE
(ASIpress) – Chieti, 26 mar. – I Presidenti dei Collegi IPASVI della Province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo contestano la proposta di legge annunciata dalla parlamentare Vittoria D’Incecco (Partito Democratico) riguardo alla ridefinizione dell’atto medico, che intende restituire al medico il ruolo, ormai obsoleto, di “padre e padrone” della sanita’, marginalizzando le altre professioni sanitarie, in particolare quella infermieristica.
L’On. D’Incecco, medico-reumatologo pescarese “dica chiaramente ai professionisti sanitari abruzzesi, e in primis agli infermieri – spiegano da Ipasvi – che vuole declassarli e favorire la classe medica a discapito della tutela della salute dei cittadini”. Stando a quanto rielvano da Ipasvi: “La sua proposta di legge si rivela un colpo di coda, che tende a ledere profondamente la dignita’ di tutta la classe delle professioni sanitarie, degli Infermieri Italiani e abruzzesi che, probabilmente, l’hanno anche votata e sostenuta nella sua campagna elettorale in Abruzzo.
La D’Incecco dovrebbe ricordare che, ormai da tempo, sono stati aboliti i mansionari; sono stati approvati due nuovi Codici Deontologici dell’Infermiere; l’evoluzione normativa ha meglio definito i ruoli e le responsabilita’ dei professionisti delle professioni sanitarie (22 profili professionali e legge 42/’99), le articolazioni organizzative e i ruoli di ogni singola famiglia professionale (L. 43/2006) e le caratterizzazioni e le specificita’ professionali (L. 251/2000); che i professionisti sono tutti laureati, hanno master di I e II livello, Laurea Magistrale, Dottorato di Ricerca ecc.
Tali normative, incluse le attuali discussioni relative alle competenze specialistiche, non rappresentano alcun accerchiamento della professione medica, ma solo il punto di partenza per una nuova fase di integrazione fra tutti gli attori della sanita’ basata sulla cooperazione, che la letteratura scientifica internazionale ha ampiamente dimostrato essere efficace nell’apportare enormi benefici ai cittadini. Negli ultimi anni i professionisti sanitari, e gli infermieri,in particolare, hanno mostrato la capacita’ di modellarsi intorno ai cambiamenti che avvengono nell’intero sistema mettendosi in gioco continuamente, sulla base dei continui mutamenti che riguardano i bisogni della gente e le necessita’ di funzionamento del sistema.
La norma proposta va nella direzione diametralmente opposta e tende a consolidare un ormai anacronistico ruolo del medico padre e padrone della sanita’, riproponendo quell’obsoleto autoreferenzialismo che tende a volersi ergere a unici protagonisti dello scenario sanitario ormai fuori da qualsivoglia logica di intervento multidisciplinare a tutela del cittadino utente del nostro sistema sanitario. E’ una norma che va contro la storia, che ormai vede i professionisti sanitari lavorare in e’quipe multidisciplinari con pari dignita’ professionale, come da molti anni gia’ avviene in altri Paesi europei e nel mondo”.
Da Ipasvi concludono: “Probabilmente l’Onorevole non si e’ accorta che il mondo e’ cambiato e tutti si sono accorti del cambiamento e solo qualcuno finge di non essersene accorto, ma siamo certi che sono ancora in pochi, tra questi l’On. D’Incecco e il Dott. Antonio Ciofani (Dirigente Responsabile Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi Ospedale Spirito Santo di Pescara e Consigliere Nazionale Anaao-Assomed, che ha elaborato una bozza di proposta di legge). Gli oltre 10.000 infermieri abruzzesi sicuramente avranno buona memoria”. La nota stampa e’ stata siglata dai presidenti dei collegi Ipasvi di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, rispettivamente Giancarlo Cicolini, Santina Calisse, Gianluca Del Poeta e Cristian Pediconi. (ASIpress) Red/Crs
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