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AstraZeneca inaugura il proprio Quartier Generale

A Cambridge nel cuore del più grande centro di ricerca medica in Europa, un'architettura vetrata per ospitare ale conferenza, spazi di studio e, soprattutto, i laboratori della casa farmaceutica

ASTRAZENECA INAUGURA IL SUO NUOVO HEADQUARTER FIRMATO DA HERZOG & DE MEURON

Nel cuore del più grande centro di ricerca medica in Europa, un’architettura vetrata per ospitare sale conferenza, spazi di studio e, soprattutto, i laboratori della casa farmaceutica

Elle Décor – 13 dicembrec2021 di Ciro Marco Musella

Mentre in giro per il mondo aprono i musei recentemente realizzati dallo studio svizzero Herzog & de Meuron, dal nuovo M+ che col suo maxi-schermo illumina il porto di Hong Kong, all’ampliamento del Museo Küppersmühle a Duisburg, rimaneggiato dopo quasi 20 anni dal progetto iniziale, passando per il ST/SongEun, il primo progetto realizzato dallo studio in Corea del Sud, a sud di Cambridge ci si appresta ad inaugurare il Discovery Center, il centro ricerca e sviluppo biomedico realizzato da Herzog & de Meuron per AstraZeneca, la casa farmaceutica diventata nota a livello mondiale per le sue ricerche contro il Covid.

Il progetto, presentato ormai sette anni fa quando ancora il nome dell’azienda era sconosciuto ai più, inaugura oggi dopo circa cinque anni di ritardo e con un costo triplicato rispetto al budget iniziale a causa dell’impatto della Brexit sulla sterlina e l’aumento degli investimenti in nuove tecnologie e attrezzature, così come riporta Simone Aldous sul RIBA, la rivista ufficiale del Royal Institute of British Architect. Eppure, forse è proprio la concomitanza con la recente notorietà del committente che mette il Discovery Center di Herzog & de Meuron al centro dell’attenzione,così come il suo posizionamento, pensato infatti per essere al centro del Cambridge Biomedical Campus, il più grande centro di ricerca medica in Europa.

Diventando il fulcro del BC di Cambridge, il Discovery Center ambisce a diventare il punto d’incontro e di scambio per la comunità scientifica che quotidianamente abita il Campus, ruolo che rivendica anche con l’impianto architettonico, un triangolo dagli angoli smussati ed accessibile sui diversi lati. Affidandosi all’edificio a corte, l’architettura rende omaggio ai college storici presenti al centro di Cambridge, sottolineano i due progettisti, ispirandosi, aggiungiamo noi, ad un tipo edilizio che da sempre contraddistingue i luoghi dell’insegnamento, così come dimostrano i casi celebri della storia dell’architettura, dalla Ca’ Granda, passata da Ospedale ad ospitare l’Università Statale di Milano, o al Collegio Borromeo a Pavia, per citarne due.

La corte viene riletta in chiave contemporanea e definita da una successione di spazi posti sfalsati tra di loro, creando un ventaglio di angoli che ripropone un andamento a dente di sega. La forma spigolosa ed interamente vetrata è rialzata in parte con dei pilotis di lecorbusieriana memoria ed in parte con un core rivestito in legno che diventa l’ingresso pubblico all’edificio. Tutti i servizi collettivi infatti, dal centro congressi all’auditorio compresi caffetteria e ristorante, sono ospitati al piano terra del Discovery Center, lasciando così il loro utilizzo aperto, almeno formalmente, a tutti. Nel corpo vetrato superiore è invece ospitato il cuore della ricerca, tra sale conferenza, spazi di studio e soprattutto i laboratori del gruppo AstraZeneca.

L’anello vetrato, che nella volontà dei progettisti “rende la scienza visibile a dipendenti e visitatori”, si organizza in modo da consentire a gruppi di persone di lavorare fianco a fianco. Pertanto, l’ambiente di lavoro è organizzato su una pianta libera e flessibile, consentendo ai dipendenti una vasta gamma di usi alternativi degli spazi, da quelli privati con cabine silenziose, a spazi informali di incontro e scambio. Le partizioni principali sono in vetro a tutta altezza, assicurando la continuità degli ambienti, materiali al quale si accosta il cemento a vista, che racconta in modo chiaro l il tema costruzione del Discovery Center. Ogni ambiente è inoltre differenziato dalla scelta del pavimento, che ne rispecchia l’organizzazione funzionale. Così, la pietra naturale è stata scelta per gli ingressi, il massello di rovere grezzo per i dispositivi di distribuzione, la moquette per gli uffici, la resina bianca per i laboratori.

 

Redazione Fedaisf

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