Arriva il “super infermiere”: la bozza della proposta ministeriale.

Arriva il “super-infermiere”. Che potrà visitare, diagnosticare e persino prescrivere, sebbene nell’ambito di percorsi condivisi e “multiprofessionali”, gestiti cioè assieme ai medici e alle altre figure del Ssn. La novità è contenuta nel documento del ministero della Salute che riscrive ruolo e competenze degli infermieri in vista di un’intesa dedicata da parte di Stato e Regioni (vedi Doctornews di ieri). La bozza, diffusa giovedì sera a Ordine dei medici e Ipasvi (la Federazione dei collegi degli infermieri) per un parere, dà da pensare già dal preambolo. Che ricorda come «si stia assistendo a una significativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali» del sistema sanitario, da cui la necessità di «ridefinire gli ambiti di cura e di assistenza» in base a modalità «interdisciplinari», in uno scenario che impone «l’acquisizione di saperi elevati per ciascuna professione dell’equipe e competenze agite in una logica di integrazione, collaborazione e cooperazione». Tali principi vengono così declinati dal Ministero nelle varie aree dell’assistenza: Cure primarie (cioè territorio), emergenza-urgenza, area chirurgica, area pediatrica, area salute mentale e dipendenza. E per ognuna, la proposta detta uno schema dei nuovi profili che attendono l’infermiere.

Nelle Cure primarie, per esempio, la proposta ministeriale apre agli infermieri attività come l’utilizzo di strumenti standardizzati per l’identificazione precoce di possibili stati patologici (medicina di opportunità e di iniziativa)», il monitoraggio delle condizioni di stabilità della persona cronica, il trattamento «in autonomia» di problemi specifici sulla base di percorsi clinico assistenziali o protocolli condivisi, la prescrizione «in base a procedure e criteri condivisi di presidi e ausili a supporto della dipendenza/non autosufficienza», l’impiego di ecografo e «altri strumenti di diagnostica semplice», l’organizzazione di campagne vaccinali, la realizzazione «in collaborazione con gli insegnanti delle scuole di specifici programmi di educazione alla salute» e molto altro ancora. Nell’area dell’Emergenza, invece, l’infermiere dovrà tra le altre cose «riconoscere le principali alterazioni metaboliche, respiratorie e cardiache nel paziente acuto», gestire efficacemente e in sicurezza «i casi non critici», «gestire la terapia su protocolli concordati», eseguire le suture di ferite e trattare i casi minori (sempre sulla base di «protocolli condivisi»), gestire «in ottica multidisciplinare i servizi di follow up post-intensivo» anche «nel long term dopo la dimissione a domicilio».

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