ROMA – Liberalizzazioni per le professioni e per una fetta dei servizi pubblici locali. Questo intervento dovrebbe rappresentare uno dei pilastri portanti del capitolo sviluppo che sarà inserito nel decreto sulla manovra da 43-45 miliardi. Il puzzle degli interventi è in uno stato avanzato anche se diverse tessere sono ancora ballerine. Sul fronte dei tagli confermati i 5-6 miliardi di risparmi nella sanità per effetto della riduzione della spesa farmaceutica e del ricorso ai costi standard, grazie ai quali verranno recuperati almeno altri 5 miliardi da ministeri e amministrazioni periferiche compresi tribunali, prefetture e motorizzazione. Sicuri i tagli per circa 3 miliardi ai Comuni che, almeno nei casi degli enti virtuosi, beneficeranno di un allentamento del patto di stabilità interno. E altrettanto sicuro è il piano di tagli ai costi della politica. Nel mirino tutte le amministrazioni e le istituzioni a esclusione della presidenza della Repubblica.
La scure, in particolare, calerà su auto blu, voli di Stato e vitalizi e sui trasferimenti a tutti gli organi costituzionali (Camere incluse) e alle Authority. Viene poi reso di fatto obbligatorio il ricorso all’election day, ovvero all’accorpamento di elezioni (e referendum) ravvicinate. Ma il cuore del piano messo a punto dal ministro Giulio Tremonti è rappresentato dalla stretta sui compensi di dirigenti, dipendenti statali e politici: a partire dalla prossima legislatura non potranno in nessun caso superare la media europea. Sempre dalla prossima legislatura saranno ridotti i rimborsi ai partiti. per le spese elettorali. Viene poi sollecitato il Parlamento a intervenire sui vitalizi di senatori e deputati. Una terapia che, oltre a essere approvata dalla maggioranza, riceve un sostanziale plauso del Pd mentre critiche giungono dall’Idv.
Il menù dei tagli prosegue con il giro di vite nel pubblico impiego. Certo il blocco totale del turn over, quasi sicura la proroga dello stop della contrattazione al 2014 o al 2015 e molto probabile anche l’estensione agli stipendi dei dirigenti statali superiori ai 50mila euro della riduzione del 5% già prevista per quelli sopra la soglia dei 90mila euro. Il decreto conterrà anche la razionalizzazione della spesa per beni e servizi e la cosiddetta fase due del piano di riordino degli enti con il possibile accorpamento di Ice e Enit in una nuova struttura e forse la territorializzazione dell’Anas e la privatizzazione della Croce rossa.
Quanto al capitolo pensioni, è praticamente certo l’anticipo dal 2015 al 2013 del meccanismo relativo all’aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita. I tecnici del Tesoro e del ministero del Lavoro stanno invece ancora riflettendo sull’innalzamento a 65 anni della soglia di vecchiaia delle lavoratrici private: alla fine questo intervento dovrebbe passare ma con un percorso graduale molto lento e con una decorrenza ritardata (dal 2014 o dal 2015). Possibile ma non ancora sicuro è poi l’aumento al 33% dell’aliquota per i lavoratori parasubordinati. Molte più chance ha il prelievo sulle cosiddette pensioni d’oro mentre perde quota il semi-blocco dell’indicazione delle pensioni sopra i 18mila euro.
Il pacchetto fiscale della manovra, oltre a imbarcare una volta superati i problemi tecnici la tassa sulle transazioni finanziarie, prevede un nuovo pacchetto di misure di semplificazioni degli adempimenti. Tra queste la riduzione dal 10 al 4% della ritenuta d’acconto sui bonifici di Poste e banche per i pagame