Arezzo. Scandalo delle fustelle, parla la colf: «Ecco che succedeva in farmacia»
«Non ho rubato nulla, né io né mio marito siamo stati mai arrestati»
Arezzo, 16 dicembre 2014 – LA NAZIONE
La colf, che in Romania aveva anche ottenuto una laurea in storia ed è dunque tutt’altro che una sprovveduta, matura in questo contesto la decisione di collaborare con la giustizia: «Mi ero resa conto che da tempo succedevano cose strane e dentro di me cresceva la determinazione a denunciarle. L’accusa di furto nei miei confrontti ha fatto traboccare il vaso. Il 6 giugno 2013 ho fatto visita alla Guardia di Finanza di Arezzo e ho raccontato tutto quello che sapevo. Il resto lo hanno scoperto i finanzieri».
Aggiunge il compagno: «Anch’io ho lavorato per i farmacisti e a volte ho trasportato sacchi di medicinali in un terreno, ma non sapevo di cosa si trattasse. Ignoravo che i farmaci senza fustelle sarebbero stati bruciati. Poi ho ricollegato e ho capito di essere stato strumento involontario di questa operazione». «E’ una storia che mi ha segnato profondamente e dalla quale non mi sono ancora risollevata. La denuncia che il farmacista ci aveva fatto per il furto non è mai sfociata in un arresto, questo tengo a sottolinearlo a testa alta anche di fronte alle persone che mi conoscono. Ma l’iter giudiziario è andato avanti e la nuova udienza del processo, spero l’ultima, è stata fissata per il 7 luglio del 2015. Ho fiducia nella giustizia, io non ho fatto nulla».
Lo scandalo delle fustelle e delle false ricette ha fatto parlare molto in questi giorni. Il teatro di questa storiaccia di provincia che ha per protagonisti una famiglia facoltosa, medici, una colf romena e il compagno slavo è Monte San Savino, per la precisione una farmacia in posizione centrale dove, secondo la Guardia di Finanza viene organizzata la truffa. Le Fiamme Gialle hanno messo sotto sequestro un migliaio di farmaci senza fustelle denunciando i 5 che da anni avrebbero raggirato il servizio sanitario nazionale.
Truffa sui pannoloni, blitz dei carabinieri. In manette funzionario Asp e 4 farmacisti
Una telecamera piazzata all’interno di un ufficio del dipartimento riabilitazione svela il maxi raggiro. Le indagini sono partite da una denuncia del commissario dell’azienda sanitaria. Le false autorizzazioni intestate anche a morti o anziani emigrati all’estero
di SALVO PALAZZOLO – R.it Palermo – 15 dicembre 2014
I sostituti procuratori Enrico Bologna e Daniela Varone hanno incastrato il funzionario infedele dell’Asp piazzando una telecamera nel suo ufficio, che si trova all’interno dell’ospedale Guadagna. Così, i carabinieri hanno potuto seguire in diretta le fasi della truffa. Nelle immagini che Repubblica.it mostra in esclusiva si vede Li Sacchi mentre predispone le autorizzazioni false: prende dall’archivio dell’Asp i nomi di alcuni pazienti assistiti, cambia data di nascita e documenti. Cambia soprattutto patologia. Appone timbri e poi firme false. Alla fine, stampa le autorizzazioni e li mette in tasca. Altre volte, Li Sacchi prendeva nomi di pazienti morti oppure emigrati all’estero da tempo.
Palermo, truffa sui pannoloni: le intercettazioni dei carabinieri
Notizie correlate: Arezzo. Truffa ai danni del SSN. Sequestrati farmaci senza fustelle. Denunciati 3 medici e 2 farmacisti.
Palermo, il salemitano Sirchia agli arresti per presunta truffa a danni del sistema sanitario
Scandalo Sicilia. Borsellino: «Difficile verificare tutte le spese, ma la Regione ci prova»