Nel DDL delega non autosufficienti è prevista l’istituzione del Comitato Interministeriale per le politiche in favore della Popolazione Anziana (CIPA) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Approvato ieri in Consiglio dei ministri il Disegno di legge proposto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, che prevede politiche
Il Ddl, in attuazione del piano di riforme previsto dal Pnrr, risponde all’esigenza concreta di promuovere politiche pubbliche che valorizzino, fra le altre cose, l’invecchiamento attivo, un facile accesso ai servizi sanitari e sociali, lo sviluppo di contesti urbani e piccoli centri che prevedano abitazioni adeguate, l’accesso alla mobilità, luoghi di socializzazione e di solidarietà tra le generazioni e il rafforzamento dell’assistenza domiciliare con il contrasto alle forme improprie di istituzionalizzazione.
Il Disegno di legge individua principi e criteri direttivi generali a cui il Governo dovrà attenersi nell’esercizio della delega. A tal fine è prevista anche l’istituzione del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il compito di promuovere il coordinamento e la
Le deleghe al Governo riguardano l’adozione di uno o più Decreti legislativi:
- In materia di politiche per l’invecchiamento attivo, la promozione dell’inclusione sociale e la prevenzione della fragilità, finalizzati a promuovere la dignità e l’autonomia delle persone anziane
- Aventi per oggetto misure in tema di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, attraverso la ricognizione, il riordino, la semplificazione, il coordinamento e l’efficientamento della legislazione vigente, nonché il potenziamento progressivo delle azioni nell’ambito delle risorse disponibili
- In materia di politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane e non autosufficienti, secondo i principi dettati dal Disegno di legge. Tra questi quelli relativi all’introduzione, su base volontaria, in via progressiva e sperimentale di un’indennità unica universale volta a riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi ferma restando la disciplina attuale dell’indennità di accompagnamento; la promozione del riordino e la semplificazione delle agevolazioni contributive al fine di sostenere e promuovere l’occupazione di qualità nel settore dei servizi socioassistenziali e le misure finalizzate a favorire e sostenere le migliori condizioni di vita individuali dei caregiver familiari.
Le associazioni dei pazienti con Disabilità commentano criticamente il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri “Riteniamo che il testo del DdL delega sulla non-autosufficienza metta ancora una volta in secondo piano le persone con disabilità e non introduca nulla rispetto ad un richiamo sulla legge delega sulla disabilità“.
“Nell’ approvato disegno di Legge, pur avendo riscontrato alcuni miglioramenti rispetto alle prime bozze di testo – affermano le due Federazioni – ci sono ancora oggi alcuni aspetti che preoccupano. Il primo fra tutti è il riferimento al finanziamento delle varie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie (come da art. 8 del decreto) attraverso fondi già esistenti (Fondo Lea-Livelli Essenziali di Assistenza, Fondo Non autosufficienza, Fondo Politiche Sociali, Fondo Caregiver), cosa che significherebbe ridurre ancor di più il barile delle già esigue risorse che, con questi fondi, sono dedicate alle persone con disabilità”
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) avevano visionato anticipatamente il disegno di legge, presentato all’inizio dell’anno, ed avevano proposto varie modifiche, alcune delle quali recepite nel testo conclusivo.
Ma il DDL è il frutto di un lungo confronto tra il Governo ed il mondo associativo, coltivato attraverso due Commissioni istituite dal Ministero del Lavoro, di concerto con quello della Salute, ed il Patto per la non autosufficienza che raggruppa ben 52 organizzazioni riunite per un’azione comune.
Obiettivo della riforma è infatti tanto importante quanto impegnativo: migliorare l’assistenza agli anziani elevando la qualità delle cure a domicilio, senza però trascurare gli interventi necessari per le strutture di ricovero.
Un cambiamento epocale a cui oggi il governo uscente ha dato il via in extremis. Toccherà al nuovo governo confermare l’impianto della delega, sottoporla all’esame del Parlamento e infine, entro un anno dall’approvazione delle Camere, emanare i decreti delegati.
Un iter dall’esito tutt’altro che scontato, con il nodo delle risorse necessarie (7 miliardi complessivi, in parte coperti dal Pnrr) da iniziare a cercare già dalla prossima Legge di Bilancio.