Con la presente, i lavoratori ed ex-lavoratori della Sigma-tau – industrie farmaceutiche riunite – chiedono alla RAI, televisione di stato, e alle televisioni nazionali di dare notizia nei loro telegiornali di quanto sta accadendo nell’azienda.
In particolare, ci riferiamo alla decisione della società Sigma-tau di mettere in cassa integrazione straordinaria a zero ore 569 lavoratori, una decisione che procede di pari passo con quella di spostare il proprio interesse economico verso l’America e i propri guadagni in paradisi fiscali come Madeira in Portogallo.
La Sigma-tau, che nel passato ha beneficiato dei soldi dello stato (dalle agevolazioni della cassa per il mezzogiorno, agli aiuti all’inserimento di nuovo personale attraverso borse di studio pagate dal MURST, solo per fare qualche esempio), acquista infatti nel 2010 per 301 milionii di dollari, la Enzon pharmaceutical, un colosso americano quotato al Nasdaq. Ed è proprio l’acquisto della ENZON che garantirà, secondo il bilancio, un giro d’affari di 130 milioni di dollari, la maggior parte dei quali però non finirà nelle casse della Sigma-tau, ma della controllata Defiante con sede in Portogallo.
Ed è grazie a tali manovre economiche che la Sigma-tau dichiara lo stato di crisi nelle sedi italiane e mette in liquidazione due associate, la Prassis di Milano e la Tecnogen di Caserta.
Nel sito di Pomezia, per il quale l’azienda dichiara una perdita di 20 milioni di euro per il 2010, il 18 Gennaio partono 400 lettere di cassaintegrazione straordinaria.
La Sigma-tau è un’azienda leader nel settore farmaceutico, a livello mondiale, una delle poche che il nostro paese ancora ha. E’ un’azienda che ha avuto momenti di grande innovazione sul terreno farmaceutico e quindi costituisce un patrimonio del nostro paese che sarebbe terribile dilapidare.
Nonostante si sia molto attivata la Regione Lazio su questa vicenda e siano state fatte, ad oggi, 7 interrogazioni parlamentari (vedi sotto) la Sigma-tau continua a sottrarsi ad ogni tipo di confronto costruttivo tagliando settori come la ricerca e la promozione delle vendite (informatori scientifici del farmaco) e, ragionevolmente quindi, tagliando ogni prospettiva di investimento in Italia.
L’azienda in questo modo viene meno anche alla sua RESPONSABILITA’ SOCIALE verso quei lavoratori che hanno fatto delle scelte di vita e che si sono fidati dell’azienda.
Molti di questi lavoratori hanno un’età compresa tra i 30 e 40 anni e molti di questi, dopo un periodo di precarietà, avevano immaginato di trovarsi in un ‘azienda forte m