È un problema reale e il rischio di un’era pre-antibiotica, dove infezioni comuni e malattie minori possono tornare ad essere letali, “torna ad essere una possibilità”.
M.L. – 20 novembre 2013 – PharmaKronos
‘Senza regole non funzionano’. Non è più una previsione per il futuro, ma sta accadendo ora in tutto il mondo: l’antibioticoresistenza è un problema reale e il rischio di un’era pre-antibiotica, dove infezioni comuni e malattie minori possono tornare ad essere letali, “torna ad essere una possibilità”.
E’ quanto emerge dal rapporto globale sull’antibiotico-resistenza realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e quanto riportato anche dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), che ha celebrato in tutti i Paesi Ue la settima Giornata europea degli antibiotici. Obiettivo, sensibilizzare la popolazione generale e gli operatori sanitari sul problema purtroppo crescente della resistenza dei batteri agli antimicrobici.
E proprio in concomitanza con questa ricorrenza prende il via la campagna di comunicazione Aifa sul corretto uso degli antibiotici: poche ma fondamentali regole “per un loro impiego opportuno affinché continuino ad essere efficaci”.
A preoccupare l’Ecdc, riferisce Aifa, la “resistenza crescente ai Carbapenemi, antibiotici di ultima linea, laddove altri non sortiscono effetti positivi, ai quali dal 2010 al 2013 si registra una resistenza quasi raddoppiata nella
Klebsiella pneumoniae (dal 4.6% al 8.3%)”. A questo batterio anche le cefalosporine di terza generazione trovano resistenza, e continua ad aumentare quella ai fluorochinoloni e alle cefalosporine di terza generazione nell’Escherichia coli.
L’Italia purtroppo “contribuisce non poco all’avanzare di questo fenomeno, soprattutto alla resistenza della Klebsiella pneumoniae ai carbapenemi, come si evince sempre dal rapporto dell’Ecdc: insieme a Grecia e Cipro è fra le nazioni in cui si rilevano percentuali di resistenza vicine al 50%”, afferma Aifa.
‘Bollino rosso’ al nostro Paese anche per la resistenza di questo batterio ai fluorochinoloni e alle cefalosporine di terza generazione, ma altrettanto vale purtroppo anche per l’Escherichia coli. Come conferma il Rapporto dell’Osservatorio Aifa sull’impiego dei Medicinali (OsMed) 2013, in Italia c’è un uso eccessivo degli antibiotici. Le condizioni cliniche per le quali si osserva un impiego di questi medicinali più frequentemente inappropriato sono le infezioni acute delle vie respiratorie: nell’80% dei casi però la causa è di tipo virale, pertanto l’uso dell’antibiotico è del tutto inutile.
E proprio questo è uno dei messaggi principali della campagna di comunicazione Aifa: non usare gli antibiotici per curare virus o raffreddori e assumerli solo se necessario. Una volta iniziata la terapia, poi, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosi e durata, perché interrompere arbitrariamente il trattamento prima del tempo rende i batteri sempre più ‘forti’. Il protagonista dello spot video è proprio un batterio che cerca di bypassare le ‘regole del club’ (idealmente quello dei ‘virtuosi’ che utilizzano gli antibiotici nel modo corretto) ma viene ‘annientato’ dai comportamenti appropriati.
Solo se questi medicinali sono impiegati rispettando le regole funzionano contro gli agenti patogeni. La campagna apparirà su tutti i mezzi di comunicazione, dalla tv alla radio nazionale, alle affissioni e pubblicità dinamica, alla stampa quotidiana e periodica. Saranno interessate tutte le regioni italiane con particolare riferimento a quelle del Centro Sud e Isole, dove i dati di consumo OsMed rilevano le percentuali di utilizzo improprio più elevate.
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