Covid, l’annuncio della casa farmaceutica Merck: “Con antivirale molnupiravir – 50% di ricoveri e di morti nei pazienti non gravi”
il Fatto Quotidiano – 1 ottobre 2021
Le due società hanno comunicato i risultati dell’interim analysis della fase III del trial Move-Out ed espresso l’intenzione di richiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua) negli Stati Uniti nel più breve tempo possibile e, allo stesso tempo, richiedere l’autorizzazione ad altre agenzie regolatorie a livello mondiale. Se approvato, molnupiravir potrebbe essere il primo farmaco antivirale per il trattamento di Covid-19, viene evidenziato. In base ai dati della interim analysis, diffusi dalle società, il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto molnupiravir sono stati ospedalizzati o sono deceduti entro il 29esimo giorno dal momento della randomizzazione (28/385), a fronte di un 14,1% per i pazienti trattati con placebo (53/377). Inoltre, fino al 29esimo giorno di somministrazione, nessun decesso è stato riportato nei pazienti che hanno ricevuto la somministrazione di molnupiravir, a fronte di 8 pazienti deceduti trattati con placebo.
In base a questi risultati, spiegano in una nota le due aziende, il reclutamento dei pazienti è stato interrotto anticipatamente, seguendo la raccomandazione di un Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Fda statunitense. “La pandemia richiede urgentemente nuovi opzioni terapeutiche e trattamenti – ha dichiarato Robert M. Davis, amministratore delegato e presidente di Msd – Covid-19 è ormai una delle principali cause di morte e continua ad avere un impatto significativo sui pazienti, le loro famiglie, la società in generale nonché i sistemi sanitari in tutto il mondo. Siamo fiduciosi che molnupiravir possa rappresentare un’importante opzione terapeutica e una componente essenziale dello sforzo globale per combattere la pandemia”. I risultati della Interim Analysis pianificata hanno valutato i dati di 775 pazienti inizialmente coinvolti nel trial di fase III entro il 5 agosto 2021. I criteri di eleggibilità hanno previsto che tutti i pazienti avessero una diagnosi di Covid-19 lieve o moderata confermata in laboratorio, con la comparsa dei sintomi entro 5 giorni dalla randomizzazione nello studio. Molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e/o di decesso in tutti i sottogruppi principali dello studio; l’efficacia non è risultata impattata dalla data di comparsa dei sintomi o dai fattori di rischio sottostanti.
Inoltre, sulla base dei partecipanti arruolati con viral sequencing data (circa il 40%), molnupiravir ha dimostrato un’importate efficacia nelle varianti virali Gamma, Delta e Mu. L’incidenza di ogni evento avverso è risultata comparabile nei gruppi trattati con molnupiravir e con placebo (rispettivamente 35% e 40%). Allo stesso tempo, l’incidenza di eventi avversi legati al farmaco è risultata comparabile (12% e 11%,
Per garantire l’accesso al trattamento, già prima di ottenere i risultati dello studio, Msd ha iniziato la produzione di molnupiravir e intende produrre 10 milioni di dosi entro la fine del 2021 e un numero maggiore di dosi sarà prodotto nel 2022. L’azienda ha stipulato un accordo di procurement con il governo Usa (per circa 1,7 milioni di dosi dopo via libera regolatorio) e sta stipulando accordi di acquisto e fornitura con altri governi a livello mondiale, sempre condizionati ai via libera al farmaco. Si intende adottare una politica differenziata dei prezzi, in grado di riflettere la diversa capacità dei singoli Stati di finanziare la risposta sanitaria alla pandemia. Altra mossa gli accordi di licenza volontaria non esclusiva con produttori di farmaci generici per accelerare la disponibilità di molnupiravir in più di 100 Paesi a basso o medio reddito.
Sul fronte antivirali anche Roche e Pfizer stanno lavorando per sviluppare un antivirale efficace e i trial sono in corso.
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Comunicato Ridgeback Biotherapeutics
Mechanism of molnupiravir-induced SARS-CoV-2 mutagenesis
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Molnupiravir è stato scoperto da un’azienda biotecnologica no-profit di proprietà della Emory University, ed è sviluppato da Msd in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics.
In sostanza a differenza degli altri antivirali, che interferiscono con i processi che il virus mette in atto per replicarsi, molnupiravir è un farmaco in grado di “indurre in errore” il virus compromettendone, di fatto, la sua replicazione. Tradotto: il virus, pieno di errori di “copiatura” nel suo codice genetico, non può replicarsi e sopravvivere.
Nel particolare Molnupiravir viene attivato attraverso la metabolizzazione nel corpo. Quando entra nella cellula, viene convertito in ribonucleosidi simili a quelli dell’RNA (citidina) che, nella prima fase, l’enzima RNA polimerasi, incorpora nel genoma del virus. Nella seconda fase, gli elementi costitutivi simili all’RNA si connettono con gli elementi costitutivi del materiale genetico virale. Quando l’RNA virale viene replicato per produrre nuovi virus, il genoma contiene numerosi errori, le cosiddette mutazioni. Di conseguenza, l’agente patogeno non può riprodursi.
Questo meccanismo ha sollevato la preoccupazione che il farmaco possa causare mutazioni simili nelle cellule ospiti. Ma tali problemi non sono stati riscontrati, probabilmente perché l’RNA polimerasi virale è diverso dall’RNA cellulare che usa come stampo il DNA della cellula. Un preprint di medRxiv ha riferito che uno studio sulla sicurezza ha mostrato che il farmaco era ben tollerato , senza effetti collaterali gravi in volontari sani. L’incidenza di ogni evento avverso è risultata comparabile nei gruppi trattati con molnupiravir e con placebo (rispettivamente 35% e 40%). Allo stesso tempo, l’incidenza di eventi avversi legati al farmaco è risultata comparabile (12% e 11%, rispettivamente).
Il New York Times riporta che un trattamento (in compresse) della durata di 5 giorni ha un costo di 700 dollari (circa 600 euro), minore, pari circa a un terzo, di quello degli anticorpi monoclonali.