Altroconsumo si incontra con i vertici dell’Aifa per chiedere quali ragioni siano alla base del fatto che ci sono “farmaci che scompaiono e riappaiono in farmacia con aumenti esponenziali, ingiustificati agli occhi dei pazienti”. La politica commerciale distributori causa aumento prezzi
– degli aumenti spropositati di prezzo dei tre farmaci della Aspen Pharma;
– della risposta ministeriale all’interrogazione parlamentare sugli aumenti di prezzo dei farmaci. In particolare Alkeran -melfalan (da 5.23 euro a 85.83 euro), Leukeran-clorambucile (da 7.13 euro a 90.20 euro) Purinethol-mercaptopurina (da 15.98 euro a 90.35 euro). La risposta del Ministero della Salute che riferisce di un allineamento ai prezzi più bassi in Europa è confutata dall’analisi di Altroconsumo che evidenzia come, al contrario, in Paesi quali la Grecia, la Spagna e il Portogallo il prezzo dei farmaci della Aspen continui a rimanere molto basso, com’era in Italia prima degli aumenti. – dell’aver acconsentito al passaggio dalla classe A alla classe C di Melfalan, perché farmaco obsoleto. Grazie a questo trasferimento il prezzo del Myleran-busulfano a marzo 2014 è passato da 15,78 euro a 387,84 euro: il prezzo cioè che i cittadini dovrebbero pagare per accedere a una cura obsoleta.
Altroconsumo conclude sottolineando quindi come “l’aumento di questi prezzi in Italia appare comunque ingiustificato, anche se la tendenza sarà quella di allineare prima o poi i prezzi dei farmaci in tutti i Paesi europei”.
Redazione
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Carenze, Altroconsumo: politica commerciale distributori causa aumento prezzi
Una carenza di farmaci aumenta il potere negoziale della casa farmaceutica quando si siede al tavolo con Aifa.
Sabato, 01 Novembre 2014 – Farmacista33
È quanto emerso, stando a quanto dice a Farmacista33 Luisa Crisigiovanni, segretario generale di Altroconsumo, dall’incontro di Altroconsumo con i vertici Aifa che ha fatto seguito alle diverse segnalazioni diffuse dall’associazione consumatori nei mesi scorsi.
«L’incontro si è concluso con l’auspicio di una maggiore collaborazione» afferma Crisigiovanni «ma l’Aifa ci ha risposto che gli aumenti spropositati del prezzo di questi farmaci sono dovuti a una politica commerciale dei distributori e che i suoi margini di intervento sono ridotti.
I grossisti, attraverso le esportazioni parallele, di fatto determinano una carenza di questi farmaci, cosa che aumenta il potere negoziale della casa farmaceutica quando si siede al tavolo con Aifa, il cui unico modo per rimetterli in circolo sarebbe di aumentarne il prezzo».
In sostanza, i costi elevati non sarebbero attribuibili principalmente a chi produce i farmaci ma a chi li distribuisce e per alcuni in particolare, aggiunge Crisigiovanni, «c’è stato un passaggio da un’azienda farmaceutica a un’altra con un problema di cessione dei diritti brevettuali e l’Aifa avrebbe dovuto in qualche misura soggiacere alle richieste anche per questo motivo».
Gli aumenti di prezzo sono stati determinati da un problema di proprietà dei diritti di brevetto sul farmaco da una parte, mentre dall’altra si sono legati alla politica commerciale «che purtroppo queste case stanno facendo a discapito dei cittadini facendo dumping, andando a farsi remunerare dove il prezzo è più alto».
Renato Torlaschi