La ricerca di un prezzo sempre più basso ha ridotto in maniera drastica la qualità degli strumenti chirurgici al punto tale che “i bisturi in Italia non tagliano più”. Denuncia dell’Acoi: “La mediocre qualità degli strumenti utilizzati ha conseguenze sia estetiche sia infettive”
La ricerca di un prezzo sempre più basso ha ridotto in maniera drastica la qualità degli strumenti chirurgici al punto tale che “i bisturi in Italia non tagliano più”. L’allarme arriva dalla Acoi, l’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani che ha ricevuto segnalazioni da migliaia di medici in tutta Italia. La “mediocre qualità” dei bisturi utilizzati ha conseguenze sia estetiche sia infettive.
Diego Piazza, presidente dell’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), spiega che “aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita“.
“E’ evidente – prosegue – che dovendo aumentare la forza per incidere, si rischia di tagliare oltre le intenzioni dell’operatore. Quanto ai costi, possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento”.
Privilegiare il prezzo a scapito della qualità, si domanda Piazza, ”fino a fare scomparire quasi del tutto le caratteristiche minime di funzionalità del prodotto, addirittura dei dispositivi medici ad elevata tecnologia il cui malfunzionamento può avere effetti letali, che tipo di sicurezza e qualità forniamo ai nostri pazienti?”.
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