Limiti stringenti alle prescrizioni di farmaci e esami, controlli su quelle effettuate, proteste da parte dei pazienti. E la riforma dell’Asl per il distretto Acqui – Ovada entra nella fase operativa.
8/10/2015 – Redazione – ovadese@alice.it
OVADA – “In ottemperanza alle direttive dell’Asl, i medici di famiglia sono obbligati a seguire rigorosamente le note nella prescrizione dei farmaci e dei codici di appropriatezza prescrittiva”. La frase, in mostra all’ingresso del Polimed di largo Oratorio inquadra bene i giorni di travaglio che i medici di famiglia stanno vivendo. “Non serve protestare”, prosegue il messaggio. E’ partita un anno fa al Polimed la sperimentazione dell’infermiere di famiglia, il progetto diventato poi “Primavengoio” che rappresenta la base dell’integrazione tra ospedale e territorio che l’Asl ha individuato come obiettivo del neonato distretto sanitario Acqui – Ovada. La chiamano “medicina di iniziativa”, perché, almeno nelle intenzioni, si occupa del soggetto a rischio potenziale prima che manifesti problemi veri e propri. L’obiettivo è ridurre al minimo l’ospedalizzazione, inculcare stili di vita e abitudini più virtuose e, nel contempo, procedere a una diminuzione del ricorso ai farmaci.
In quest’ambito è inserito anche il reparto di Cardiologia territoriale individuato nel piano sottposto dall’Asl alla regione e l’istituzione di due letti di osservazione breve in Pronto Soccorso. Negli ultimi giorni nel progetto sono stati inseriti tutti i medici di famiglia della città, assieme ai primi due paesi, Tagliolo e Cremolino. Ufficialmente nessuno dice niente. Per ora. Però la sensazione diffusa è quello di un progetto calato dall’alto, non particolarmente tagliato sulla realtà del nostro territorio. E che espone il medico al doppio fuoco: da un lato l’esigenza di venire incontro a una serie di pazienti in età avanzata e con problematiche di lungo corso le cui abitudini non possono cambiare da un giorno all’altro, dall’altro il rischio di essere sottoposti a controlli a campione, temutissime raccomandate con ricevuta di ritorno che sollecitano chiarimenti su quell’esame, piuttosto che sul farmaco. Da lì il rischio di quella che secondo molti è una doppia sanzione: per prescrizione indebita e per aver arrecato un danno all’erario regionale. Dalla problematica specifica, che riguarda la salute per gli ovadesi, alla ben più ampia partita che si sta giocando sugli equilibri del distretto che sta nascendo. Con l’unica certezza che un territorio con un numero di abitanti di gran lunga superiore al nostro, l’Acquese, cercherà sicuramente di far pesare quest’argomento a suo favore
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