Alcune chicche sulla linea Orange

 

Come già fatto in passato, approfitto dello spazio gentilmente offerto da questo sito a tutti noi per ringraziare i colleghi del forum nazionale della farmaceutica e l’On Scilipoti che hanno deciso con il loro comunicato di rendere noti ed amplificare gli avvenimenti che riguardano 20 lavoratori di una nota multinazionale giapponese.
Il nostro mondo lavorativo, è divenuto purtroppo una sorte di Far West ,chi possiede un certo potere economico e politico ,approfitta di esso per il solo proprio tornaconto personale. Ed è proprio nel settore farmaceutico dove questi aspetti trovano il massimo della loro applicazione.
Infatti alcuni manager , di questa azienda, ma anche di altre aziende del settore , tronfi della propria evidente supponenza, trattano gli informatori scientifici loro dipendenti e molto personale interno come se fossero degli oggetti a loro disposizione e non come elementi portanti di una struttura produttiva.
La dimostrazione di ciò è evidente ed è possibile leggerla su tanti siti di informazione, dove vengono riportate notizie di cronaca lavorativa che sono aberranti e che non necessitano certamente di molte spiegazioni.
Anche questa linea di sfortunati colleghi , stando alle notizie che giungono da più parti, sarebbe formata stranamente da elementi che presentano una unica affinità. Sarebbero persone e colleghi invisi all’azienda ed ai suoi capi e capetti perché dotati di una propria forte personalità, impermeabili ad indicazioni più o meno corrette di qualche “scienziato del marketing” e determinati ad operare in un ambito di correttezza e professionalità esplicato ai massimi livelli.
Da quanto appreso, in questa linea sarebbero stati inseriti elementi che avrebbero “osato” trascinare l’azienda in tribunale per ottenere giustizia (pare si tratti di illegittimi licenziamenti o illegittimi trasferimenti di zona), oppure colleghi ammalati o rei di interessarsi di sindacato o di essere troppo ligi al contratto ed alle normative del settore. Insomma di colleghi non proprio amati dall’azienda.
Quanto sopra descrive perciò un ambiente malato, ove chiaramente non contano i meriti e le professionalità, ma dove solo gli yesman o yeswomen fanno carriera e vengono ben considerati e coccolati.
E’ il trionfo dell’ipocrisia. Ufficialmente in questa azienda ci si occupa di volontariato in Africa e per i terremotati, si presenziano riunioni in ambienti cattolici come il Meeting Nazionale di Comunione e Liberazione, ed adirittura l’A.D pare sia inserito in una benemerita congregazione di
Cavalieri della Cristianità e della Pace conosciuti per essere una Associazione Filantropica con Indirizzo Umanitario.
Poi invece si scopre l’altro lato della medaglia che sembrerebbe dipingere un’azienda priva di scrupoli e che, pur di ottenere quanto vuole, non lesina alcuna metodica.
Mi chiedo come possano convivere queste realtà e quale sarà la vera faccia di questa azienda. Gli isf che in essa operano non hanno bisogno delle mie riflessioni.
Leandro Puliti
17.09.2010

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