Al Segretario Generale FEMCA-CISL Sergio Gigli
Al Segretario Generale UILCEM-UIL Romano Bellissima
in data 12 aprile 2006 abbiamo ricevuto, come tutti gli addetti ai lavori, il “Documento di mandato” per il rinnovo del CCNL Chimici. Abbiamo partecipato, con i lavoratori iscritti alla nostra Associazione, agli incontri organizzati dal settore farmaceutico e raccolti i loro pareri. Ora, alla vigilia dell’Assemblea Generale di Roma, nel pieno rispetto dei ruoli (l’AIISF si pone anche l’obiettivo di ricercare le problematiche legate al lavoro degli ISF per affidarle all’attenzione delle OOSS affinché possano affrontarle e cercare di risolverle), riteniamo doveroso affidarvi le nostre considerazioni sull’ipotesi d’accordo presentato.
L’AIISF non ritiene soddisfacente il contenuto del “documento” e chiede alle OOSS di rivedere le posizioni riguardanti gli Informatori Scientifici del Farmaco (di seguito ISF).
In particolare esprime forte preoccupazione per quanto “definito” al punto 4 del “documento di mandato”. Ritiene molto pericoloso affidare a commissioni una questione tanto importante e cruciale quale la definizione del ruolo e del profilo dell’ISF. E’ appena il caso di rilevare come nel vigente CCNL già veniva impegnato (nel 2002) l’Osservatorio Nazionale a lavorare “in particolare” sul D.Lgs 541/92 disciplinante l’attività degli ISF. Se oltre 4 anni non sono stati sufficienti per “suggerire le soluzioni ritenute più idonee” alla definizione del profilo degli ISF non si capisce come una costituenda commissione possa (o voglia?) dare risposte in un anno.
Ritiene utile, in questo momento di sintesi, affidare alla sensibilità delle OOSS quanto scritto nella “Relazione conclusiva dell’inchiesta sulle problematiche sottese al fenomeno del comparaggio” pubblicate il 18 Gennaio 2006 dalla Commissione monocamerale d’inchiesta ove a pag. 152 si legge:
“… non si comprende allora come sia possibile che gli informatori scientifici del farmaco, primo anello della catena, operino ancora in mancanza di un’adeguata e moderna normativa che ne regoli specificamente l’attività. In alcuni casi, questo comporta che essi siano privi di qualsiasi garanzia di stabilità del loro rapporto di lavoro e concede alle industrie farmaceutiche la facoltà di beneficiare di una completa discrezionalità, sia per quanto riguarda i trattamenti di ordine economico e commerciale, sia sulle propria strategie di comunicazione tecnico-scientifiche. La mancanza di un’idonea regolamentazione potrebbe determinare a monte una serie di problemi sia per gli informatori scientifici, sia per gli operatori sanitari e i cittadini. In questo modo si determina soprattutto una tendenza alla trasformazione della loro attività da professione tecnico-scientifica informativa e di supporto agli operatori sanitari, a vera e propria attività di indirizzo esclusivamente promozionale e commerciale…”
In questo contesto pensate sia accettabile un indebolimento della posizione contrattuale di questi lavoratori? Pensate sia possibile accettare compromessi a forte impronta dilatoria come quelli prospettati dalla “controparte”?
L’AIISF chiede