L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di aprire una sezione del sito chiamata “Open forum” per rispondere a chi diffonde notizie false
Un canale attraverso il quale smentire le falsità o le imprecisioni diffuse dagli organi di stampa in materia medica e farmaceutica. Sarà questo lo scopo della nuova rubrica, chiamata “Open Forum” che l’Aifa (Agenzia italiano del farmaco) ha deciso di aprire sul proprio sito. L’argomento con il quale l’Agenzia ha deciso di inaugurare il nuovo servizio è stato quello delle vaccinazioni, attraverso la pubblicazione del testo di un appello lanciato sulla materia da un gruppo di medici liguri. [
AIFA OPEN FORUM – Appello di un gruppo di medici liguri: basta disinformazione su vaccini ]
Informazione rigorosa e validata. Sul tema della somministrazione dei vaccini, ciclicamente, i media lanciano notizie allarmanti sulla ipotetica pericolosità dei sieri che causerebbero, secondo alcuni, gravi danni alle persone. “Con l’articolo odierno – si legge sul sito dell’Aifa – l’Agenzia inaugura una nuova rubrica on-line a supporto dell’informazione rigorosa, scientificamente e clinicamente indipendente”. L’appello pubblicato nella prima edizione dell’Open Forum è stato firmato da un nutrito gruppo di medici liguri specializzati non solo in pediatria ma anche in igiene ed epidemiologia, in immunoematologia e medicina trasfusionale e in infettivologia. “Riteniamo – scrivono i medici – che non si possa più stare in silenzio ed accettare tutte le notizie distorte che vengono date su questi argomenti di salute, molto delicati, talvolta anche nella indifferenza del mondo scientifico e, addirittura, di quello delle Istituzioni. Recenti, e meno recenti, trasmissioni Tv ne sono un, triste e sconfortante, esempio. Ultimi in termini di tempo i servizi della trasmissione ‘Le Iene’ sul caso Stamina e sui vaccini ove viene dato ampio spazio agli anti-vaccinatori, senza un congruo spazio al contraddittorio.
Sfruttamento dell’ignoranza e della disperazione. Quando le persone si trovano ad affrontare una grave malattia, e molto probabile che perdano il senso della razionalità. “Queste operazioni mediatiche – hanno spiegato i firmatari dell’appello – tendono a sfruttare l’innato senso, umano, di compartecipazione al dolore per una malattia. Purtroppo non solo questo; sfruttano anche il senso di colpa che un genitore ha verso il proprio figlio affetto