Umberto Filibeck il direttore generale prò tempore dell’Alfa, nominato poco fa dal ministro del Lavoro e della Salute Maurizio Sacconi in sostituzione di Nello Martini, sospeso a causa dell’inchiesta sulle presunte tangentì. Filibeck, il membro più anziano dell’Agenzia del farmaco, ricoprirà la carica almeno fino all’esito dell’inchiesta interna promossa dal ministero della Salute. Sulla base poi della relazione conclusiva che giungerà dalla commissione ministeriale, ha spiegato una nota, «il ministero assumerà i provvedimenti conseguenti per la migliore efficacia delle funzioni pubbliche inerenti il controllo e la circolazione dei farmaci». L’indagine aveva portato, lo scorso 21 maggio, a otto arresti. Il gip Sandra Recchione, accogliendo le richieste dei pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace, della procura di Torino, aveva letteralmente decapitato i vertici dell’Agenzia. Oltre a Martini, che ha già fatto sapere di voler impugnare la sospensione attraverso i suoi avvocati, è stata sospesa dall’incarico anche Caterina Gualano, dirigente dell’Ufficio autorizzazioni all’immissione in commercio dei farmaci e, di fatto, numero due dell’Aifa. Gli atti relativi a questi provvedimenti sono stati trasmessi alla procura di Roma, cui per competenza era già stato trasferito il filone dell’indagine relativa al presunto giro di mazzette per condizionare i controlli sulla messa in commercio delle medicine. Intanto, però, a Torino è ancora caccia alla talpa che avrebbe rivelato notizie compromettenti sull’indagine. Oggi, infatti, è stato interrogato per la seconda volta Roberto Ceresa, nealth policy della Bayer, indagato nell’inchiesta sull’Alfa con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. L’ipotesi degli inquirenti è che Ceresa, insieme al collega Umberto Filippi, abbia passato informazioni riservate a Nello Martini in cambio di agevolazioni nella pratica per un medicinale. L’uomo, pero, ha respinto ogni addebito, affermando di non conoscere nessuno degli impiegati in servizio al palazzo di giustizia di Torino né, tantomeno, tra gli appartenenti alle forze dell’ordine. Avvenire del 24/06/2008 p. 11
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