L’AIFA sembrerebbe avere molti problemi legati ai confitti di interesse. Ancora è recente lo tsunami che ha colpito la stessa agenzia con il caso Pecorelli, l’ex Presidente si era dovuto dimettere dalla sua carica nel dicembre 2015, accusato di conflitto di interessi dal direttore generale Luca Pani dopo un’indagine interna che ha coinvolto anche gli uffici dell’Anticorruzione.
A puntare di nuovo i riflettori sui presunti grandi conflitti d’interesse dell’Agenzia regolatoria dei Farmaci Italiana (AIFA) interviene il M5S commissione Affari Sociali.
La domanda che si sono posti è semplice: “La partecipazione dei dipendenti dell’Agenzia Italiana del Farmaco a corsi-conferenze sponsorizzate da case farmaceutiche non deve essere dichiarata ufficialmente vi sembra normale? ”
Ma per il gruppo M5S Commissione Affari sociali c’è molto di più, infatti fa presente che la partecipazione oltre a non essere dichiarata ufficialmente, la stessa deve invece avvenire solo nel caso in cui “gli esperti ricevano un compenso dalle società farmaceutiche eccedente i rimborsi spese direttamente riconducibili alla partecipazione del convegno-seminario”.
IL RISCHIO DI CONFLITTI D’INTERESSE E’ ENORME, ACCUSA IL M5S
MINISTRO LORENZIN NEGA GLI INTERESSI, PER IL MN5 CI SONO…E SONO ENORMI
Quindi se per il ministro Lorenzin non ci sarebbero interessi collegati, per i deputati pentastellati la realtà è totalmente diversa: “Il rischio di conflitti d’interesse c’è eccome, ed è enorme. Per prima cosa, leggendo il Regolamento per disciplina del conflitto di interessi dell’Aifa, all’articolo 7 si afferma che la partecipazione di dipendenti dell’Agenzia a corsi-conferenze sponsorizzate da case farmaceutiche non deve essere dichiarate ufficialmente. Tale comunicazione deve invece avvenire solo nel caso in cui gli esperti ricevano un compenso dalle società farmaceutiche eccedente i rimborsi spese direttamente riconducibili alla partecipazione del convegno-seminario. Non bastasse, nell’articolo 13 del regolamento sul funzionamento della Commissione tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborsi, si afferma che non possono partecipare alle decisioni sulla valutazione di un medicinale quei membri che siano stati pagati per aver partecipato allo sviluppo
Non è proprio “Così è se vi pare” alza il tono della voce il gruppo M5S, poiché spiega, in sostanza, i controlli sono a maglie estremamente larghe e i membri della Commissione e del Comitato hanno ampia libertà di interagire e stringere rapporti professionali, pagati, con le case farmaceutiche: “Se quello che viene certificato da questi due pseudo-regolamenti non corrisponde al riconoscimento della complicità tra le parti, poco ci manca”.
I deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali chiedono al ministero della Salute prendere immediatamente provvedimenti urgenti per indurre l’Agenzia Italiana del Farmaco a rivedere immediatamente la normativa interna sulla materia perché, oggi, tra i suoi dipendenti e le case farmaceutiche possono intercorrere rapporti assolutamente sregolati.
di Cinzia Marchegiani il 3 agosto 2016 – FreedomPress
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