L’AIFA sembrerebbe avere molti problemi legati ai confitti di interesse. Ancora è recente lo tsunami che ha colpito la stessa agenzia con il caso Pecorelli, l’ex Presidente si era dovuto dimettere dalla sua carica nel dicembre 2015, accusato di conflitto di interessi dal direttore generale Luca Pani dopo un’indagine interna che ha coinvolto anche gli uffici dell’Anticorruzione.
Troppi legami con le aziende farmaceutiche che producono vaccini, ma anche ruoli di vertice inopportuni in società di venture capital sul mercato della farmaceutica. Lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva accolto le dimissioni rassegnate da presidente del consiglio d’amministrazione dell’Aifa. Domande lecite che ancora sono senza risposte “Come fa, Pecorelli, a garantire obiettività se contemporaneamente riceve contributi (tramite una fondazione da lui guidata, la Healthy Foundation) da aziende farmaceutiche, come la Sanofi-Pasteur che i vaccini li produce? E ancora: come fa il potente presidente di Aifa a essere inattaccabile se è nell’advisory board di una società privata, la Principia Sgr, che si occupa, guarda un po’, di farmaceutica e può attrarre soldi dal mercato?”
A puntare di nuovo i riflettori sui presunti grandi conflitti d’interesse dell’Agenzia regolatoria dei Farmaci Italiana (AIFA) interviene il M5S commissione Affari Sociali.
La domanda che si sono posti è semplice: “La partecipazione dei dipendenti dell’Agenzia Italiana del Farmaco a corsi-conferenze sponsorizzate da case farmaceutiche non deve essere dichiarata ufficialmente vi sembra normale? ”
Ma per il gruppo M5S Commissione Affari sociali c’è molto di più, infatti fa presente che la partecipazione oltre a non essere dichiarata ufficialmente, la stessa deve invece avvenire solo nel caso in cui “gli esperti ricevano un compenso dalle società farmaceutiche eccedente i rimborsi spese direttamente riconducibili alla partecipazione del convegno-seminario”.
IL RISCHIO DI CONFLITTI D’INTERESSE E’ ENORME, ACCUSA IL M5S
Il gruppo Affari sociali M5S insorge. I deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali commentando la risposta del ministero della Salute all’interrogazione, a prima firma Giulia Grillo, sulle verifiche dei componenti della Commissione tecnico scientifica e del Comitato rimborsi e prezzi dell’Aifa, dichiara: “Le norme interne all’Aifa che dovrebbero regolare i potenziali conflitti di interesse sono un colabrodo. Non sappiamo se queste falle siano il frutto di mani incapaci o dolose, ma certamente il ministero della Salute dovrebbe prendere provvedimenti urgenti per indurre l’Agenzia a rivedere immediatamente la normativa interna sulla materia perché, oggi, tra i suoi dipendenti e le case farmaceutiche possono intercorrere rapporti assolutamente sregolati. In base alla risposta data dal Ministero tutto sembrerebbe andare liscio e, dunque, non correrebbero interessi collegabili tra l’industria farmaceutica e i componenti della commissione e del Comitato citati”.
MINISTRO LORENZIN NEGA GLI INTERESSI, PER IL MN5 CI SONO…E SONO ENORMI
Quindi se per il ministro Lorenzin non ci sarebbero interessi collegati, per i deputati pentastellati la realtà è totalmente diversa: “Il rischio di conflitti d’interesse c’è eccome, ed è enorme. Per prima cosa, leggendo il Regolamento per disciplina del conflitto di interessi dell’Aifa, all’articolo 7 si afferma che la partecipazione di dipendenti dell’Agenzia a corsi-conferenze sponsorizzate da case farmaceutiche non deve essere dichiarate ufficialmente. Tale comunicazione deve invece avvenire solo nel caso in cui gli esperti ricevano un compenso dalle società farmaceutiche eccedente i rimborsi spese direttamente riconducibili alla partecipazione del convegno-seminario. Non bastasse, nell’articolo 13 del regolamento sul funzionamento della Commissione tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborsi, si afferma che non possono partecipare alle decisioni sulla valutazione di un medicinale quei membri che siano stati pagati per aver partecipato allo sviluppo del medicinale in questione o a medicinali con le stesse indicazioni terapeutiche. E cosa accade invece per quelli con indicazioni terapeutiche diverse?”
Non è proprio “Così è se vi pare” alza il tono della voce il gruppo M5S, poiché spiega, in sostanza, i controlli sono a maglie estremamente larghe e i membri della Commissione e del Comitato hanno ampia libertà di interagire e stringere rapporti professionali, pagati, con le case farmaceutiche: “Se quello che viene certificato da questi due pseudo-regolamenti non corrisponde al riconoscimento della complicità tra le parti, poco ci manca”.
I deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali chiedono al ministero della Salute prendere immediatamente provvedimenti urgenti per indurre l’Agenzia Italiana del Farmaco a rivedere immediatamente la normativa interna sulla materia perché, oggi, tra i suoi dipendenti e le case farmaceutiche possono intercorrere rapporti assolutamente sregolati.
di Cinzia Marchegiani il 3 agosto 2016 – FreedomPress
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