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AGRATE E IL FALLIMENTO X-PHARMA

25 maggio 2009 Caso X-Pharma:

Agrate Brianza – Un’azienda creata al solo scopo di “smaltire” manodopera in esubero. Lavoratori trattati come merce da “rottamare”. Un’accusa, quella formulata dai magistrati della procura di Monza, che ruota attorno alle vicende di X-Pharma, la ditta farmaceutica di Agrate Brianza al centro delle cronache degli ultimi mesi per il dramma vissuto da 380 informatori farmaceutici, che si sono ritrovati senza lavoro e senza soldi della cassa integrazione. L’azienda di Agrate è stata dichiarata fallita nel marzo di quest’anno. In due mesi di indagini, gli inquirenti sono arrivati ad ottenere dal gip cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite mercoledì dai militari della Guardia di Finanza nei confronti di Maurizio Rollero, 56 anni, genovese di nascita, ma residente a Bernareggio, il commericialista Giovanni Di Brita, 37 anni, di Salerno come Francescantonio Fabbrocino, 52 anni, Frederick Francois De Luca, 44, cittadino francese residente in provincia di Ascoli Piceno e Felice De Prisco 56, di Verbania. I cinque sono stati iscritti nel registro degli indagati per il loro ruolo rivestito all’interno di X-Pharma. Rollero quale presidente del consiglio di amministrazione in carica sino al 30 settembre 2008, gli altri in qualità di amministratori di fatto a partire sempre dal settembre 2008, in concorso con altri tre imprenditori, due italiani ed uno straniero, sino alla sentenza dichiarativa di fallimento. Secondo le ipotesi di reato formulate dai pm Walter Mapelli e Giordano Baggio, Rollero (in concorso con altri imprenditori stranieri) avrebbe contribuito al dissesto dell’azienda di Agrate attraverso acquisizioni di rami d’azienda da grandi multinazionali del farmaco francesi, belghe, e statunitensi, senza alcun piano aziendale. In realtà, tali cessioni altro non sarebbero state che acquisizioni di lavoratori in esubero che le stesse multinazionali avevano interesse a smaltire senza accollarsi i costi della mobilità. In questo modo X-Pharma avrebbe avuto in cambio un’iniezione immediata di liquidità (data dalle mensilità dei lavoratori ceduti, o dall’anticipo sul loro Tfr) vantaggiosa solo nel breve periodo. Le quotazioni delle sue azioni sarebbero infatti salite, in modo che da poter essere rivendute al meglio dalla controllante Pharmexx Gmbh alla società Celesio, il più grande distributore del farmaco in Europa. L’uscita di scena di Rollero, è stata seguita dall’ingresso degli altri imprenditori arrestati, che avrebbero contribuito invece a prosciugare quanto rimasto nelle casse di X-Pharma senza curarsi minimamente delle sorti dei quasi 400 lavoratori. Era stata proprio una delegazione di questi ultimi, alla fine dell’anno scorso, a presentarsi negli uffici del viceprocuratore Walter Mapelli, per fare presente del dramma che stavano vivendo (cinque mesi senza indennità) a causa delle difficoltà finanziarie dell’azienda. L’eventuale entrata in vigore della riforma della giusitizia, non permetterebbe più questo tipo di iniziativa, visto che verrebbe sancito il divieto per il pm di acquisire la notizia di reato. Federico Berni

il Cittadino

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