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ACCORDO REGIONE-PRIVATI

di FEDERICA CAPPELLETTI – FIRENZE – MENTRE la politica italiana continua a rimanere avara nei confronti della ricerca, grazie ai finanziamenti dell’industria privata cresce in Toscana l’attività di sperimentazione clinica dei farmaci. Un trend confermato dai circa 700 test avviati, ogni anno, nelle strutture del servizio sanitario regionale. Un’organizzazione globale più veloce che premia il sistema salute toscano, dando la possibilità alle sue strutture pubbliche di utilizzare, nell’interesse dei pazienti e in modo sicuro e controllato, i più recenti ritrovati della ricerca sui nuovi medicinali. Testati, in gran parte, su patologie ancora semisconosciute, altamente invalidanti o, a breve, su quelle incurabili. Come certi tumori. Ad oggi, intanto, sono otto le imprese del settore che hanno sottoscritto uno specifico protocollo con la Regione: Boehringer Ingelheim Italia, Eli Lilly Italia, Glaxo Smith Kline, Menarini, Novartis Farma, Sanofi-Aventis, Amgen Dompè e Abiogen Pharma. «Con altre – sottolinea l’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi – sono in corso ulteriori contatti». Assessore, quali sono, quindi, i vostri obiettivi? «Affiancare agli investimenti per una ricerca di qualità un impegno per costruire un rapporto corretto e proficuo con le industrie farmaceutiche. Un vero dialogo. Pazienti, servizio sanitario e l’intero sistema economico non possono che beneficiarne. Abbiamo lavorato molto per attirare la sperimentazione clinica in Toscana, finalmente siamo puntuali, efficienti e competitivi». Cosa intende per rapporto corretto con le imprese? «Voglio dire che adesso viene tutto formalizzato». I finanziamenti dei privati favoriscono, secondo Lei, la Toscana rispetto ad altre realtà regionali? «Sicuramente su scala nazionale siamo messi bene, preceduti solo da Lombardia e Lazio». Si parla di snellimento della burocrazia… «Una svolta importante a questa attività è stata impressa dalla diminuzione dei tempi con i quali comitati etici e uffici amministrativi delle Aziende sanitarie rispondono alle richieste delle industrie. Nel giro degli ultimi due anni si sono dimezzati, passando da 6-7 a 2-3 mesi di attesa, e in qualche caso, come per l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Siena e la Asl di Livorno, non superano i 30 giorni». Avete già incassato risultati? «La velocizzazione ha consentito di incrementare di circa il 50% una attività che fa registrare investimenti delle industrie farmaceutiche per 5 milioni l’anno, parte dei quali vanno ai professionisti sperimentatori e parte direttamente al Servizio sanitario regionale». Cinque milioni l’anno non sono pochi. Si può fare di più? «Possiamo raddoppiare… ». Una nuova delibera contribuirà a rendere ancora più fluido e produttivo l’iter delle sperimentazioni. Cosa prevede? «La delibera individua nel direttore generale delle aziende sanitarie e ospedaliere il responsabile di una attività di facilitazione e supporto delle sperimentazioni cliniche. I dg, o chi per loro, dovranno in pratica risolvere tutti quei problemi gestionali (reclutamento pazienti, raccolta dati) che possono via via nascere, garantendo uno svolgimento corretto e sicuro delle sperimentazioni». E’ questa la strada per il brevetto sui farmaci di cui ha recentemente parlato? «Ogni sperimentazione include la prospettiva del brevetto toscano, ma la nostra ambizione è diventare in questo settore uno dei punti forti del panorama europeo». 

La Nazione del 13/02/2009 , articolo di FEDERICA CAPPELLETTI  ed. Nazionale  p. 16  

AF

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