Dai comitati etici ai tavoli delle agenzie regolatorie passando per i board delle aziende farmaceutiche che decidono come fare i trial clinici, c’è sempre più bisogno di ‘pazienti esperti’ in grado di partecipare alla pari al processo di sviluppo dei farmaci innovativi. Per formarli è partito il progetto europeo Eupati (European Patients’ Academy on Therapeutic Innovation), una vera e propria Accademia con lo scopo di dare risposta alla necessità dei pazienti o dei loro familiari di dialogare pariteticamente con istituzioni, enti di ricerca, aziende farmaceutiche.
Al lancio della ‘Eupati National Platform’ italiana a Roma hanno partecipato oltre 100 associazioni di pazienti. ‘Ritengo che il vostro progetto sia encomiabile – ha scritto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in un messaggio di saluto – sviluppare e disseminare informazioni obiettive, credibili, corrette e aggiornate sulla ricerca e lo sviluppo dei farmaci rappresenta uno strumento di grande spessore per incrementare la capacità e la competenza dei pazienti”. E secondo Filippo Buccella, chairman del ‘EupatI National Liaison Team’ (Nlt) italiano, “ci sarebbe già la necessità di avere in Europa almeno 100 pazienti ‘esperti’ ma attualmente non ci sono”.
Il primo corso europeo con 50 iscritti, a cui partecipano anche tre pazienti italiani, per fortuna è già iniziato e terminerà a dicembre, mentre le iscrizioni per il secondo che comincerà a giugno si sono appena chiuse”. I primi cento pazienti formati verranno direttamente ‘utilizzati’ nei tavoli dove sarà necessaria la loro presenza, ma è in produzione anche un kit formativo specifico, tradotto nelle sette principali lingue europee, che sarà messo a disposizione per raggiungere la platea più ampia possibile. “Non è più l’epoca in cui contavano solo i medici – ha affermato il commissario Straordinario dell’Iss Walter Ricciardi – l’empowerment dei pazienti è diventato fondamentale”.
D’accordo anche il direttore generale di Aifa Luca Pani. “Il Patient’s Empowerment, principio cardine del progetto Eupati, è uno strumento fondamentale per consentire a pazienti realmente informati di esercitare i propri diritti e di essere parte integrante del sistema regolatorio – afferma – Aifa promuove da tempo il coinvolgimento qualificato dei pazienti in diverse fasi dell’approvazione sorveglianza dei farmaci, ad esempio per un miglior sistema di farmacovigilanza”. “Sono le persone malate – spiega ancora Pani – a sperimentare in prima linea gli effetti indesiderati dei farmaci (compresa la mancanza di efficacia) ed è importante che venga loro data la possibilità di segnalarli direttamente alle autorità sanitarie. Un sistema educativo in progress, come quello che stiamo costruendo con Eupati, consente di fornire ai pazienti e ai loro familiari la possibilità di acquisire nozioni utili relative al processo regolatorio del farmaco, dalla fase della sperimentazione clinica a quella della vigilanza dopo l’immissione in commercio, per arrivare a poter contribuire efficacemente ai processi decisionali in sanità”.
Il progetto sta ora entrando nella sua fase operativa e attraverso il Nlt ha istituito un comitato esecutivo ed un board scientifico. Fanno parte del board: Aifa, ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità, Farmindustria, Clinical Trials Center Un. Cattolica, Irccs Mario Negri, Fofi, Favo., Federanziani e Apmar. E’ stata inoltre avviata una collaborazione con Ispor Italy Chapter Rome che prevede tra l’altro di rilevare, valutare e quantificare l’eventuale impatto del progetto in termini di consapevolezza dei pazienti e quindi anche di aderenza alle terapie. Mentre Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell’Iss sottolinea che l’importanza del progetto “si può capire partendo da un esempio del quale mi sono molto occupato, la terapia antiretrovirale dell’infezione da Hiv, nella cui storia straordinaria i pazienti e le associazioni di pazienti hanno avuto da subito un ruolo preminente – ha spiegato – colti e preparati hanno saputo anche guidare la ricerca, controllare quel che si stava facendo, criticare e farci riaggiustare il tiro; per non parlare del loro ruolo nella battaglia per l’accesso universale alle cure”.