PAGINA A CURA DI
Roberto De Santo
CATANZARO
Integrazione interdisciplinare per affrontare le sfide imposte dalla ricerca scientifica e tecnologica nel campo delle bioscienze. Con questa filosofia una decina di anni addietro è nata l’idea di realizzare a pochi chilometri dal centro di Catanzaro un polo scientifico di eccellenza. Oggi quel progetto è divenuto realtà. All’interno del campus universitario di Germaneto interconnesso per questo alle attività didattiche dell’Ateneo Magna Graecia sorge l’edificio delle Bioscienze dove quel modello (fare ricerca e applicarla nella pratica) si esercita quotidianamente. Nella struttura da oltre 140mila metri quadrati che si sviluppa su dieci livelli convivono laboratori di proteomica, medicina molecolare, genetica molecolare ma anche laboratori di ingegneria informatica e biomedica, di farmacia, di biotecnologia, di nanotecnologie e nuovi materiali. Il tutto inserito in un contesto universitario da una parte e di applicazione pratica nel vicino policlinico universitario. Ed i risultati di questo modello, pensato e voluto fortemente dal fondatore dell’università Magna Graecia Salvatore Venuta, non sono tardati ad arrivare. Grazie a questo modello di ricerca dal polo scientifico di Germaneto nel triennio 2004-2007 sono stati già presentati alle Autorità nazionali e internazionali la richiesta per 15 brevetti di cui 7 italiani e 8 internazionali per altrettanti prodotti nei campi della bio-medicina e della biotecnologia. Mentre sono 624 le pubblicazioni scientifiche prodotte nello stesso triennio da parte dei ricercatori dell’Ateneo del capoluogo calabrese.
Il problema nasce al letto del paziente e viene affrontato sui tavoli dei laboratori. Una filosofia che viene tradotta in un’intensa attività di ricerca interdisciplinare tesa a garantire una continua innovazione da trasferire in pratiche applicazioni cliniche dei risultati raggiunti. E non nasconde la propria soddisfazione il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Francesco Saverio Costanzo, per il lavoro nel campo della ricerca nelle bioscienze che l’Ateneo sta portando avanti. «Siamo partiti – afferma il rettore – da un progetto che prevedeva l’integrazione reale tra diverse discipline convinti come siamo che gli obiettivi importanti di ricerca si raggiungono solo con un lavoro di squadra ben affiatata». Un lavoro importante che fonda le sue basi appunto su un modello di ricerca interdisciplinare caratteristica saliente del polo di bioscienze di Catanzaro. «Avuta l’intuizione di realizzare un approccio interdisciplinare al settore della ricerca – spiega il rettore – si è pensato di applicarlo a partire dalla struttura. Da qui la realizzazione di un unico edificio dove far convivere i diversi saperi sia sul fronte della ricerca sia sul fronte dell’applicazione clinica ed anche della didattica. Attualmente nella struttura operano uno a fianco all’altro medici, genetisti, biotecnologi, ingegneri, biologi molecolari, farmacologi, chimici, fisici ed informatici con l’unico obiettivo di raggiungere traguardi di ricerca intersecando ognuno le proprie professionalità». Nella struttura universitaria di Germaneto, inoltre, hanno sede anche il centro oncologico di eccellenza "Tommaso Campanella". Una struttura gestita dalla Fondazione "Tommaso Campanella" per la cura e la ricerca dei tumori che garantisce 150 posti letto e la clinica ospedaliera universitaria "Mater Domini" con i suoi 156 posti letto. Intanto nei pressi si studia per realizzare anche il nuovo ospedale di Catanzaro. Un’iniziativa, spiegano i tecnici dell’assessorato alla Sanità, che una volta realizzato garantirà 450 nuovi posti letto per degenze acute. Un progetto, da 90 milioni da realizzare con risorse provenienti dall’art. 20 della legge 67/88 e da fonti regionali, che attualmente è
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