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Concorrenza. Le tre grandi delusioni del Decreto Legge

Risultati immagini per trefiletti federconsumatoriLo stralcio dei farmaci di fascia C non significa essere dalla parte dei cittadini, ma fare gli interessi della lobby delle farmacie. Si tratta di circa 4.000 farmaci, che ne includono molti tra quelli maggiormente acquistati

Rosario Trafiletti – Jobsnews.it – 21 febbraio 2015

Risultati immagini per farmaci fascia cUna “sforbiciata” ha detto Matteo Renzi parlando del Decreto legge su concorrenza e liberalizzazioni. insomma un provvedimento che è stato annunciato  come di grande  interesse per noi cittadini. Avrebbe avuto, nella propaganda dispiegata dai media, benefici effetti sulla nostra vita economica. A nostro parere si tratta invece di tre grandi delusioni.  Non in ordine di importanza, ma la prima delusione riguarda il settore dell’Energia.

Energia: superamento del mercato tutelato un regalo alle aziende

Con la riproposizione del superamento del mercato tutelato che anche se attuato nel 2018 in mancanza di comportamenti più idonei chiari e trasparenti dei vari operatori rischia fortemente di essere esclusivamente un regalo ad aziende i cui comportamenti sono sotto gli occhi di tutti e che determinano decine e decine di migliaia di contenziosi, oltre a registrare tariffe più elevate e meno convenienti.

Assicurazioni. A rischio risarcimenti alle persone

La seconda delusione riguarda il campo assicurativo.  Sono previste norme che pur andando nella giusta direzione ( scatola nera, carrozzerie convenzionate ecc.) sono tutte da verificare se cioè comporteranno sconti significativi alle polizze che sono le più alte in senso assoluto in Europa.Ma c’è anche quella relativa alla messa in discussione dei risarcimenti per lesioni alla persona che se attuata realizzerebbe un forte taglio ai costi alle compagnie a tutto danno degli assicurati.

Farmaci di fascia C. Vincono le lobby delle farmacie

monti-farmacistiLa terza delusione è lo stralcio dei farmaci di fascia C.Averlo fatto, non significa essere dalla parte dei cittadini, ma fare gli interessi della lobby delle farmacie. Si tratta di circa 4.000 farmaci, che ne includono molti tra quelli maggiormente acquistati, come alcuni noti antinfiammatori, ansiolitici e anticoncezionali, e che con minori prezzi potrebbero essere acquistati, ampliando opportunità e concorrenza. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che, in tal modo, si otterrebbero risparmi di circa 42 Euro annui a famiglia: un beneficio significativo per i cittadini, soprattutto alla luce delle gravi difficoltà dell’attuale fase. Avviare la liberalizzazione di tali farmaci non potrebbe, quindi, che giovare ai consumatori, attraverso una riduzione dei prezzi dei farmaci e un allargamento della rete distributiva.

“Abuso di farmaci”, una favola. Semmai serve una corretta informazione

Inoltre non abbiamo mai creduto alla favola  di un possibile “abuso di farmaci”, poiché significherebbe innanzitutto pensare ai nostri cittadini come dei disabili di cognizione e consapevolezza che si farebbero prendere da una voglia incontrastata di acquisto convinti dagli scaffali rutilanti di un supermercato.

Se proprio si volesse evitare di incorrere in un rischio simile la strategia da percorrere non è contrastare un abbattimento dei prezzi – sempre e comunque positivo – bensì avviare campagne informative sull’appropriatezza e sul corretto uso dei farmaci. Non dimentichiamo inoltre che nelle parafarmacie e nei corner all’interno dei supermercati vi sono, per legge, dei professionisti in grado di consigliare ed informare i cittadini sull’utilizzo dei farmaci da acquistare.

Comunicato stampa Federconsumatori 20/2/2016

Renzi sconfitto dalla lobby delle farmacie

domenica 22 febbraio 2015 – Fonte: http://deruinamundi-sav.blogspot.it

Se a qualcuno venisse in mente di girare un film che racconti delle debolezze umane, sono convinto che nel fare il casting per il ruolo dello spaccone non ci sarebbe gara.

Quel ruolo spetterebbe di diritto a Matteo Renzi, il nostro Presidente del Consiglio.

Fare il gradasso con i deboli e dimostrarsi pecora con i forti è una sua peculiarità, della quale abbiamo avuti molti riscontri nel primo anno del suo soggiorno a Palazzo Chigi.

Parole, parole, parole, sparate a raffica con profusione di tweet, slogan, annunci, così vanesi e così avventati.

Aveva proclamato, ad esempio, che sarebbe andato a Bruxelles per scardinare le politiche di austerità dell’UE, ma appena sbarcato all’aeroporto di Charleroi  si è allineato senza fiatare ai diktat della teutonica Angela Merkel e dell’inflessibile Wolfang Schäuble.

Nei giorni scorsi, vagheggiando una improbabile gara ciclistica Roma – Berlino, ha virtualmente inforcata una bicicletta e si è messo a sbraitare: “Come Paese manifatturiero siamo dietro alla Germania, ma la raggiungeremo”.

Ieri, dopo un consiglio dei ministri si è presentato in sala stampa e con tono compiaciuto ha annunciato ai giornalisti che era stato approvato il DdL sulla concorrenza.

Il meschino, però, non ha avuto il coraggio di confessare ai giornalisti che da quel consiglio era uscito scornato proprio su uno dei progetti di liberalizzazione.

Infatti, presentatosi baldanzoso per liberalizzare la vendita dei farmaci di “Fascia C”, cioè quelli utilizzati per patologie di lieve entità, ha finito per assoggettarsi al diniego del ministro Lorenzin, vessillifera della lobby dei farmacisti.

Era il 9 gennaio 2012 quando, su questo blog, criticavo l’allora Presidente del Consiglio Mario Monti per non aver saputo imporre la liberalizzazione dei farmaci di “Fascia C” alla lobby delle farmacie, spalleggiata dai soliti padrini politici.

Eppure è sotto gli occhi di tutti che, avvalendosi della tacita connivenza della classe politica, le farmacie hanno incrementati business e guadagni appropriandosi, via via, di prodotti che costituivano lo scopo di altre attività commerciali.

Come non rendersi conto, ad esempio, che i rivenditori di ottica, erboristeria, ortopedia, profumeria, dietetici, prodotti per l’igiene personale, siano stati e sono tuttora danneggiati dalla cecità, o forse è meglio dire dalla complicità con cui la politica ha lasciato che le farmacie diventassero dei bazar ?

Questi rivenditori, evidentemente, non sono tutelati da lobby così facoltose e potenti da far gola ai politici.

Dal gennaio 2012 sono trascorsi altri tre anni e nulla è cambiato !

Non si tratta di mettere in discussione la concessione di cui godono da sempre le farmacie per la vendita in esclusiva di farmaci e preparati galenici, cioè prodotti sottoposti per legge all’autorizzazione del Ministero della Salute.

Una esclusiva più che logica, giustificata dalla necessità che colui che vende medicinali disponga di una opportuna preparazione e competenza professionale.

Risultati immagini per scaffale farmaciaOggi, però, le farmacie non distribuiscono solo farmaci, ma si dedicano alla vendita di cosmetici, prodotti dietetici, occhiali da vista e da sole, corsetti, calze più o meno curative, prodotti di erboristeria e molto altro, cioè prodotti per i quali la competenza professionale del farmacista c’entra come i cavoli a merenda.

Per questo mi domando: al rigetto della liberalizzazione dei farmaci di “Fascia C”, motivato dalle farmacie con il richiamo alla loro mission costitutiva, perché il governo non contrappone con fermezza, ad esempio, una norma che imponga alle farmacie di limitare la loro attività a quella che è la vera mission, cioè la esclusiva distribuzione di farmaci ?

Scommetto che, di fronte allo spauracchio di questa norma, la lobby delle farmacie, fatti due conti, non insisterebbe più nel rifiutare la liberalizzazione dei farmaci di “Fascia C”.

Business is business !

Se, invece, le farmacie accettassero di rientrare nel loro alveo naturale e di rinunziare a vendere tutti quei prodotti che non necessitano, per legge, della autorizzazione ministeriale, allora si libererebbero interessanti quote di mercato di cui oggi beneficiano abusivamente le farmacie-bazar.

Il risultato: si spalancherebbero molte opportunità per i giovani  interessati e propensi ad avviare nuovi esercizi commerciali per la vendita di ottica, ortopedia, profumeria, erboristeria, dietetici, prodotti per l’igiene personale, etc.

Purtroppo, per contrastare le lobby non servono le spacconate ma occorrono gli attributi, dei quali il supermarket di Palazzo Chigi è da tempo sprovvisto.

Pubblicato da Alex

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Dal 2006 vince la lobby del rinvio

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