Gli informatori, per motivi di lavoro, sono costretti a passare molto tempo in auto. È bene pertanto che conoscano alcune norme la cui violazione può avere gravi ripercussioni non solo sul portafoglio e la patente ma anche sul posto di lavoro.
Il Nuovo Codice della Strada 2024 prevede ulteriori strette riguardanti l’uso dei cellulari alla guida, il tasso alcolemico e stupefacenti, l’uso delle biciclette e dei monopattini e l’utilizzo degli autovelox in modo equo.
È prevista la sospensione della patente da 7 a 15 giorni per chi infrangerà il Codice della Strada e la decurtazione di 20 punti per le seguenti infrazioni: superamento dei limiti di velocità (tra i 10 e i 40 km/h), passaggio al semaforo con il rosso, inversioni di marcia dove vietato, sorpasso vietato o a destra , mancata precedenza, mancato rispetto all’alt di un agente del traffico, mancato rispetto della distanza di sicurezza, circolazione contromano e infrazioni sulle autostrade.
In caso di infrazioni molto gravi e ripetute potrà esserci la revoca definitiva della patente e, se si causa un incidente, i giorni di sospensione raddoppiano.
Nel Nuovo Codice della Strada 2024 verranno usati accertamenti da remoto per multare chi non dà la precedenza a pedoni e ciclisti, chi parcheggia negli stalli riservati a mezzi pubblici, polizia, vigili del fuoco, servizi di soccorso, veicoli elettrici e carico-scarico.
Per eccesso di velocità, la sanzione va da 173 a 694 euro tra i 10 km/h e i 40 km/h di superamento dei limiti. Invece se la violazione è compiuta all’interno di un centro abitato e per almeno due volte nell’arco di un anno, la multa sale tra 220 e 880 euro e scatta la sospensione della patente da quindici a trenta giorni.
Per eccessi di velocità compresi tra i 40 e i 60 chilometri orari, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, i cui importi variano da 543 a 2.170 euro, oltre all’applicazione di una sanzione accessoria corrispondente alla sospensione della patente di guida da un mese a tre mesi.
Per velocità superiori ai 60 chilometri orari sarà applicata una sanzione del pagamento di una somma di denaro, i cui importi variano da 845 a 3.382 euro, oltre alla sospensione della patente di guida da sei mesi a dodici mesi.
Gli autovelox, con le nuove norme del codice stradale, saranno in grado di accertare contemporaneamente più violazioni come il superamento dei limiti e della revisione mancata e potranno essere posizionati solo in aree ad elevato livello di incidentalità.
Inoltre, se si prendono più multe per autovelox nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un’ora e di competenza dello stesso ente, si pagherà una sola sanzione con l’applicazione della sanzione prevista per la violazione più grave accertata, aumentata di un terzo.
È vero che la legge parla sempre di “sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro X a euro Y”, ma l’importo indicato sul verbale è sempre quello più basso. Solo nel caso in cui la sanzione non sia pagata nel termine dei canonici 60 giorni l’importo sale automaticamente alla metà del massimo, il cosiddetto “massimo edittale” pari a quattro volte l’importo “base”.
Nuovo codice della strada 2024: uso dei cellulari alla guida
Il Codice della Strada prevede multe più salate e controlli più severi per chi guida alcellulare:
- – ritiro della patente per una settimana se il conducente è in possesso di un numero di punti della patente superiore di 10 ma inferiore a 20, al di sotto di questa soglia è prevista la sospensione della patente di 15 giorni.
- – Da 250 a 1.697 euro e la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi (oggi si va da 165 a 660 euro) per la prima infrazione. Massimo edittale di 1.000 euro
- – Da 350 a 2.588 euro e la sospensione patente da 1 a 3 mesi e la decurtazione da 8 a10 punti in caso di recidiva.
Nuovo Codice e farmaci
Dal 14 dicembre 2024 sono scattate le nuove norme della riforma del Codice della strada. Tra le disposizioni che stanno interessando maggiormente l’opinione pubblica e gli utenti, ci sono quelle relative all’assunzione di particolari farmaci che potrebbero addirittura comportare il ritiro della patente.
Il nuovo Codice prevede sanzioni severe per chi guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti. Allo stesso modo, guidare sotto l’effetto di farmaci che alterano le capacità di guida sarà equiparato alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Ciò avrà come conseguenza l’applicazione di sanzioni, sospensione immediata della patente e, nei casi più gravi, procedimenti penali.
Tra i farmaci che possono alterare la capacità di guida, troviamo:
- Ansiolitici e sedativi: come le benzodiazepine
- Antidepressivi triciclici (causano sonnolenza e ipotensione)
- Antistaminici di prima generazione (effetti sedativi importanti)
Quali farmaci sono vietati alla guida?
- Analgesici oppiacei: farmaci come Morfina (Oramorph, Sevredol), Ossicodone (OxyContin, Targin), Tramadolo (Contramal, Fortradol), Codeina (CoEfferalgan, Tachidol) e Fentanil (Durogesic, Actiq)
- Antitussivi a base di Codeina (Cardiazol Paracodina);
- Barbiturici: farmaci come Fenobarbital (Gardenale), utilizzati per il controllo delle crisi epilettiche;
- Benzodiazepine;
- Cannabis terapeutica;
- Medicinali che possono influenzare il sistema nervoso centrale e alterare, potenzialmente, la capacità di guida.
In caso di assunzione di tali farmaci è utile prestare attenzione e non mettersi alla guida. L’assunzione di alcuni farmaci come gli antistaminici, ad esempio, potrebbe alterare i normali riflessi alla guida. Consultare il foglietto illustrativo e la presenza della dicitura riferita alla possibilità di alterazione della capacità di guida.
Il Ministero dei Trasporti sta lavorando allo scopo di stabilire eventuali deroghe.
Il tema che più di tutti sta generando confusione e incertezza in questi giorni riguarda il rischio di falsi positivi ai test tossicologici per la ricerca di sostanze stupefacenti, coma cannabis o cocaina, per chi assume farmaci, alcuni anche molto comuni. In questi giorni sono circolate perfino notizie secondo cui anche il paracetamolo potrebbe esporre a questo rischio, ma sembra trattarsi più di voci che di notizie confermate.
Il nuovo codice della strada prevede infatti che in caso di sospetto da parte delle forze dell’ordine, dopo gli accertamenti non invasivi che restano obbligatori, chiunque può essere sottoposto ai test, e non solo chi presenta uno stato di alterazione, condizione invece espressamente indicata nella vecchia legge.
“I falsi positivi possono derivare da assunzione di farmaci prescritti e da banco e dal consumo di alcuni alimenti”. Per questo motivo in caso di risultato positivo si dovrebbe ricorrere al test di conferma con metodiche analitiche in grado di identificare con certezza la sostanza.
Nello specifico, per quanto riguarda i farmaci – oltre a quelli a base di oppiacei o cannabinoidi – anche molti comuni medicinali da banco, ovvero acquistabili anche senza prescrizione medica, possono dare falsi positivi. Sappiamo che la pseudoefedrina, gli antidepressivi triciclici e la quetiapina (uno psicofarmaco utilizzato nella trattamento del disturbo bipolare o della schizofrenia) possono produrre un falso positivo per le anfetamine, mentre alcuni antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, può fare risultare la persona che l’assume positiva per la marijuana.
La pseudoefedrina, si trova in molti medicinali da banco utilizzati per curare condizioni davvero molto comuni, come la rinite allergica o le congestioni nasali, ovvero un banalissimo raffreddore.
Al momento non esiste un elenco ufficiale dei farmaci vietati. È evidente che sia necessario affrontare il problema dei falsi positivi nei test antidroga. D’altronde, il rischio è quello di punire ingiustamente soggetti che assumono medicinali prescritti legittimamente.
L’Articolo 186 del Codice della Strada prevede oggi 3 soglie di alcolemia:
- da 0,51 a 0,8 grammi per litro (g/L),
- da 0,81 a 1,5 g/L
- e oltre 1,5 g/L,
ciascuna associata a specifiche sanzioni per guida in stato di ebbrezza.
Inoltre, per i neopatentati è introdotto un tasso alcolemico zero, con pene ancora più rigide per le violazioni.
Ci sono anche farmaci che contengono alcool (sciroppi per la tosse, soluzioni per gocce, colluttori e spray orali), di solito in quantitativi trascurabili, ma possono contenere concentrazioni di alcool molto elevate, fino al 26%, e vengono utilizzati direttamente nella cavità orale. Quando l’alito viene analizzato poco dopo l’uso, l’etilometro può rilevare l’alcool ancora presente nella bocca, indipendentemente dalla quantità effettivamente assorbita nel sangue. La concentrazione ematica di alcool derivante dall’uso di un collutorio è infatti generalmente trascurabile, ma l’alcool residuo nella saliva o sulle mucose può causare un risultato falsamente positivo.
Le osservazioni di Denise Amerini, responsabile dipendenze-carceri dell’area Stato sociale e diritti della Cgil
Un codice della strada repressivo e antiscientifico
In vigore da pochi giorni una riforma piena di contraddizioni che potrebbe avere impatti significativi sulla vita dei conducenti. Si apre una stagione di ricorsi
Il 14 dicembre scorso è entrato in vigore il nuovo Codice della strada, legge n. 177 del 2024, che introduce regole più severe per chi guida dopo aver assunto droghe. Ma quanto tempo dopo l’assunzione si può essere sanzionati?
BASTA UN TEST POSITIVO
Una riflessione particolare merita la riforma dell’art. 187 della legge che cancella il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” per chi guida dopo l’assunzione di stupefacenti. Basta un test positivo per far scattare il ritiro della patente e il rischio di un processo penale, anche se l’utilizzo risale a molti giorni prima e non influisce sulle capacità di guida. Il rischio è concreto soprattutto per chi ha consumato cannabis: il Thc è la molecola che lascia tracce più persistenti all’interno del nostro corpo, può essere rilevato a un mese dal consumo nelle urine, dopo due settimane nel sangue e almeno dopo 96 ore nella saliva. Questa legge è la conferma della politica esclusivamente repressiva e criminalizzante del governo in tema di droghe, in contraddizione, peraltro, con le evidenze mediche e scientifiche degli ultimi anni.
NON È NECESSARIO TROVARSI IN UNO STATO DI ALTERAZIONE
Il nuovo codice della strada interviene direttamente sul nesso di causalità tra stato di alterazione e positività per incorrere nella revoca e sospensione immediata della patente per tre anni. Non è, infatti, più previsto che il test venga effettuato in presenza di un ragionevole sospetto di compromissione delle capacità di guida della persona.
UNA LEGGE IDEOLOGICA
Le affermazioni dello stesso ministro su quanto la misura sia necessaria per tutelare la sicurezza sulla strada sono in piena contraddizione con gli studi più recenti del fenomeno. I dati rilevano la assoluta marginalità dell’uso di sostanze rispetto a incidentalità e positività rilevata dai test su strada. Secondo i dati del Libro Bianco sulle droghe 2024, ricavati da Istat e dal sito del Dipartimento Politiche Antidroga, la percentuale di incidenti stradali nei quali, nel 2021, si sia rilevata positività ad alcol è del 4,9%, a sostanze stupefacenti del 1,6%.
LA GUERRA ALLE DROGHE HA FALLITO
Fin dal suo insediamento questo governo ha dichiarato di essere paladino di una lotta senza quartiere alla droga e di essere contrario a qualsiasi dipendenza, salvo promuovere ed incentivare il gioco d’azzardo che sappiamo quali conseguenze abbia in termini di dipendenza. Mentre il mondo va avanti e molti paesi, anche in Europa, stanno portando avanti politiche di legalizzazione, il governo italiano, negando ogni evidenza, insegue le politiche più retrive e repressive in completo dispregio di tutte le evidenze, e del totale fallimento della war on drugs.
Anche l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ne ha dichiarato il completo fallimento, sostenendo la necessità di approcci che diano priorità alla salute, che riducano lo stigma, richiedendo la completa depenalizzazione, combinata con politiche di riduzione del danno.
L’ASSUNZIONE DI CANNABIS RIENTRA NEL CODICE PENALE
E non possiamo non evidenziare come il novellato art. 187 faccia rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta, riconducendo nell’ambito penale l’uso personale di sostanze, con sanzioni amministrative estremamente pesanti: 3 anni di sospensione della patente (che si aggiungono all’arresto fino a un anno e alla multa fino a seimila euro) sono una sanzione molto più pesante di quanto previsto per le altre infrazioni, che può avere ricadute devastanti sulla vita delle persone, basti pensare che per un comportamento non sanzionabile, assunzione non recente e in assenza di alterazioni psicofisiche, una persona può arrivare a perdere il lavoro. Bisogna aggiungere poi, per avere contezza del portato di questo articolo, che diversi operatori dei servizi, medici, ricercatori, hanno sottolineato come i test possano risultare positivi non solo a giorni di distanza dall’assunzione ma anche per fumo passivo.
UNA LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE TUTTA DA DIMOSTRARE
Dobbiamo infine aggiungere che a fronte dell’allarme Fentanyl sollevato nei mesi scorsi, tale sostanza non è rilevata dai test a disposizione delle forze dell’ordine, come non lo sono la ketamina e molte altre. Mentre pare siano rilevabili alcuni farmaci. In più, i test usati da Polizia e Carabinieri non sono gli stessi, quindi con limiti di rilevabilità diversi, con il paradosso che la stessa persona, nello stesso momento, potrebbe avere risultati di positività diversa a seconda di chi sia l’autorità che lo sottoponga a controllo.
In buona sostanza, si rilevano elementi pesanti di criticità e sostenibilità di questa riforma, anche in termini di legittimità costituzionale: se l’uso personale è depenalizzato, come si giustificano sanzioni così pesanti per un uso che al momento dell’accertamento ha cessato ogni effetto? Se le sanzioni devono essere commisurate all’infrazione, come si giustificano sanzioni così alte, che possono arrivare anche all’arresto? A tutto questo si aggiunge che, mancando circolari applicative, la riforma crea problemi di applicazione e interpretazione anche per le Forze dell’ordine.
2025, UNA STAGIONE DI RICORSI
Ci aspetta una stagione di ricorsi, ai quali sicuramente presteremo, come associazioni ed organizzazioni della società civile impegnate per i diritti delle persone e per una giustizia giusta, il nostro massimo sostegno, fino al ricorso alla Suprema Corte, sostenuti anche da una importante pronuncia al riguardo della Corte Costituzionale, l’ordinanza n. 277 del 13 luglio 2004. Non possiamo davvero tacere del fatto che misure come queste riportano il paese indietro di anni, segnando la profonda intolleranza ed incultura di chi ci governa, che continua a ragionare in termini ideologici, antiscientifici, sventolando il tema della sicurezza esclusivamente in termini repressivi, anche di comportamenti che non costituiscono pericolo per sé e per gli altri, non tenendo minimamente conto di quelle che invece sono le acquisizioni scientifiche, perché farlo smonterebbe sul nascere le argomentazioni portate a sostegno di provvedimenti come questo.
Siamo all’assurdo che il governo persegue e penalizza persone che non hanno commesso nessun reato, nella logica panpenalista che ha caratterizzato tanti provvedimenti, dal decreto “rave” al ddl sicurezza, mentre abroga l’abuso di ufficio, al punto che coloro che sono stati riconosciuti colpevoli potranno chiedere la revoca di condanne passate in giudicato.
La sicurezza stradale è interesse di tutti, ma non si raggiunge così, non è così che si rendono le strade più sicure. Così si perseguono e penalizzano persone che non hanno commesso nessun reato.
N.d.R.: Le osservazioni riportate rappresentano pareri, interpretazioni anche soggettive e non necessariamente condivise dalla redazione. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore. Il nostro intento è di fare informazione utili per gli informatori scientifici e di divulgare notizie di interesse pubblico.
Occorre però osservare che può accadere che l’interpretazione logica di una legge o norma contraddica quella letterale o grammaticale. L’interpretazione in tal caso deve preferire quella logica.
Questo non significa che vi sia una gerarchia fra le varie interpretazioni; ma poiché non è ammissibile che il legislatore abbia voluto dettare una norma, che sia priva di logica, bisogna ritenere che le parole non ne abbiano espresso felicemente il pensiero.
Si può anche fare ricorso a leggi complementari o che trattano la stessa materia o materie affini. È quella che si suole chiamare interpretazione sistematica.
Il sistema, inquadrando la norma, e affiancandola con quelle principali e complementari, dà una visione dell’insieme, che serve a far comprendere la armonia delle singole parti, la loro funzione, i limiti, ecc.
Ovviamente queste elucubrazioni mentali non posso aver valore nel momento della contestazione di una infrazione in quanto non si può pretendere dalle autorità di polizia competenze mediche o farmacologiche.