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Assemblea Farmindustria: “L’Industria farmaceutica in Italia. Un’eccellenza europea tra innovazione e sfide globali”

All’auditorium della Conciliazione a Roma si è tenuta il 6 luglio l’Assemblea pubblica 2023 di Farmindustria. A sentire il presidente Marcello Cattani (qui l’intervista a Formiche.net), i ministri Adolfo Urso, Orazio Schillaci, Raffaele Fitto e Anna Maria Bernini.

L’intervento del Presidente Cattani, dopo l’inno di Mameli, è iniziato elencando i numeri, i fatti e le cifre dell’industria farmaceutica in Italia e al cui documento della stessa Farmindustria rimandiamo.

Riduzione della dipendenza dall’estero dell’industria farmaceutica europea, maggiore attenzione alla protezione della proprietà intellettuale in Ue, riforma del payback e dei tetti di spesa per la farmaceutica. Sono le principali richieste al Governo che arrivano dall’assemblea annuale di Farmindustria in corso a Roma.

In Italia, il presidente di Farmindustria auspica «regole nuove» per garantire «l’attrattività degli investimenti, messa a forte rischio da livelli ormai insostenibili di payback, proiettati a 1,5 miliardi nel 2023 e 1,8 nel 2024, il 15% del fatturato di chi lo sostiene».

Da Farmindustria anche la richiesta di includere, già dal 2023, i farmaci a «innovatività condizionata nel fondo innovazione, aumentare le risorse e uniformare le regole di gestione della spesa a livello regionale, che creano differenze sui territori». Per l’industria del farmaco, importante anche «contare su strumenti efficaci per gli investimenti, superando i vincoli del regime UE di aiuti di Stato e aumentando la possibilità di utilizzare gli attuali incentivi per ricerca e produzione».

Infine, Cattani invita a un «rapido completamento» della riforma dell’Aifa: «consentirà di modernizzare le valutazioni delle terapie basate sul valore per migliorare ulteriormente la disponibilità e per gestire la spesa in modo compatibile con la presenza industriale», conclude il presidente Farmindustria.

Notizie correlate: Farmindustria. “La farmaceutica è il 2% del Pil. Ma senza stop al payback, alla logica dei tetti di spesa e al nuovo regolamento Ue il comparto rischia di perdere innovazione e investimenti”

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Redazione Fedaisf

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