Ora la farmaceutica scarica tutto sulle AI: sono loro a creare i farmaci più adatti all’Uomo | Primi test sugli umani, risultati incredibil
Insilico Medicine è la prima casa farmaceutica a portare un farmaco sviluppato dall’IA in fase II
Anche le società farmaceutiche si arrendono all’intelligenza artificiale: ai test il primo farmaco creato dall’IA. Il suo nome è NS018_055, ed è stato concepito per trattare la fibrosi polmonare idiopatica. L’accesso alla fase II di sperimentazione su pazienti umani è uno scoglio per il 90% dei farmaci, ma il trend è ben delineato: in futuro sempre più case farmaceutiche si avvarranno dell’aiuto dell’intelligenza artificiale per sviluppare i propri farmaci.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo in cui viviamo, offrendo nuove opportunità e soluzioni innovative in svariati settori. Dalla robotica alla medicina, passando per l’industria e l’istruzione, le applicazioni dell’IA sono praticamente infinite.
Tuttavia, insieme a questi benefici, l’IA porta con sé anche una serie di rischi e sfide, tra cui la necessità di garantire la sicurezza e la privacy dei dati, la gestione delle disuguaglianze sociali e la regolamentazione del suo utilizzo. Le sfide che la società deve intraprendere sono molte quando si tratta di IA. Nel campo della ricerca e sviluppo farmaceutico, l’IA sta giocando un ruolo sempre più importante. Un esempio emblematico è rappresentato da NS018_055, il primo farmaco sviluppato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale da Insilico Medicine, una startup biotecnologica.
Il primo farmaco creato dall’IA ai test: il futuro della medicina è segnato
Questo farmaco, progettato per trattare la fibrosi polmonare idiopatica, ha recentemente superato la fase I dei test clinici e sta ora entrando nella fase II, che prevede la sperimentazione su un numero maggiore di pazienti. Il successo di Insilico Medicine è solo la punta dell’iceberg di un trend più ampio che vede sempre più startup e aziende farmaceutiche utilizzare l’IA per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci. Tuttavia, nonostante l’enorme potenziale di questa tecnologia, il percorso verso l’approvazione di un nuovo farmaco è lungo e complesso, e la maggior parte dei candidati farmaci non supera la fase II dei test clinici.
Nonostante queste difficoltà, l’uso dell’IA nel campo farmaceutico è destinato a crescere. Grazie alla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati e di identificare pattern complessi, l’IA può aiutare i ricercatori a scoprire nuovi bersagli terapeutici, a progettare molecole farmacologicamente attive e a prevedere gli effetti collaterali di un farmaco. In questo modo, l’IA può contribuire a rendere il processo di sviluppo dei farmaci più rapido, meno costoso e più efficace, con enormi benefici per i pazienti e per l’intero sistema sanitario.
Notizie correlate: Perché l’intelligenza artificiale riesce a trovare nuovi farmaci così rapidamente
L’IA non sostituirà gli informatori scientifici, ma può aiutarli: ecco come