Troppa burocrazia, ad Anagni addio al polo da 100 milioni. Brunetta: “Semplificare 600 procedure entro 2026”
La multinazionale farmaceutica ‘Catalent’ fugge da Anagni, perché ha atteso troppo tempo una risposta dal ministero della Transizione Ecologica. Brunetta: “La semplificazione è una missione possibile”.
La multinazionale farmaceutica Catalent ha deciso di non investire più 100 milioni di dollari nello stabilimento di Anagni, in provincia di Frosinone, dopo aver atteso, invano, da un anno circa una risposta dal Ministero dell’Ambiente. Sono andati in fumo anche cento posti di lavoro e la realizzazione di un centro di ricerca d’eccellenza per la formazione di alte professionalità nel mondo dell’industria del farmaco, che sarebbe stato portato avanti in collaborazione con le università di Cassino e Roma. La multinazionale investirà fino a 160 milioni di dollari nel Regno Unito dove collaborerà con l’Università di Oxford.
Oltre alla risposta del Ministero della transizione ecologica, Catalent era in attesa dell’ok della Regione Lazio (oggi ha riaperto il tavolo di confronto con l’azienda) e della Provincia, dove per un’autorizzazione ambientale occorrono anche tre anni.
Il caso dell’investimento annullato da Catalen dimostra che occorre cambiare subito le regole per semplificare le procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa. Vanno in questa direzione il dl Semplificazione, approvato dal Parlamento.
“Seicento procedure amministrative da semplificare entro il 2026”, ha promesso Renato Brunetta nel corso dell’audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione.
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Nota: Catalent ha già uno stabilimento nel paese del Frusinate – dove è avvenuto l’infialamento dei vaccini di Astrazeneca – e un anno fa aveva annunciato di voler realizzare otto bioreattori. Catalent Anagni aveva quindi iniziato la sua prima fase di un’espansione pianificata aggiungendo la produzione di sostanze farmaceutiche e che doveva includere l’installazione anche di due bioreattori monouso da 2.000 litri che avrebbero dovuto entrare in funzione nel 2023. I farmaci anti-Covid verranno così prodotti nell’Oxfordshire, dove investirà anche di più: 160 milioni di dollari. L’azienda voleva partire ad aprile 2023, ma non aveva fatto i conti con i tempi lunghi per le autorizzazioni ambientali
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