È di queste ore la notizia di un altro ISF del Lazio deceduto a causa del Covid. Il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna sono le uniche tre regioni che non vaccinano gli ISF come categoria a rischio.
Occorre a questo punto fare un po’ di storia di come si è arrivati alle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 del 10 marzo 2021 pubblicato poi sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo. Ripreso anche dall’Ordinanza n. 6/2021 del Gen. Figluolo.
L’On. Rosa Menga prima e le Senatrici Mariolina Castellone e Elisa Pirro poi avevano presentato un emendamento alla conversione in legge del Decreto Legge 14 gennaio 2021 in cui gli ISF e gli specialisti di prodotto sarebbero stati inseriti nelle categorie a rischio Covid-19 e come tali da considerarli nella fase 1 della vaccinazione.
L’emendamento però è stato ritirato su richiesta del governo e trasformato in Ordine del Giorno. Com’è noto l’O.d.G. impegna il governo a svolgere una determinata azione. “Il ministero accogliendo il nostro Odg si è impegnato ad inserire quanto previsto dal mio emendamento nel nuovo piano vaccinale a cui si sta lavorando in questi giorni”, ci aveva risposto la sen. Castellone ad una nostra domanda di chiarimenti.
E così è stato: nel nuovo piano vaccinale ad interim sui gruppi target della vaccinazione è stato inserito “il completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, promuovendo la vaccinazione nei soggetti che non hanno ancora aderito alla campagna e avendo cura di includere, nel personale sanitario e sociosanitario, tutti i soggetti che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie”
La Sen. Castellone così scriveva: “Si potrà così procedere a vaccinare, insieme alle categorie individuate, anche gli informatori scientifici del farmaco, i medici e sanitari liberi professionisti, anche tecnici, che operano in presenza presso le strutture sanitarie e sociosanitarie”.
E lo scriveva sia sul suo Blog del 12 marzo sia sulla sua pagina Facebook.
Quali fossero le indicazioni del nuovo piano vaccinale non dovrebbero esserci dubbi, anche per chi è meno dotato da un punto di vista cognitivo.
Purtroppo non è così: in Emilia Romagna l’AUSL di Reggio Emilia per non gettare delle dosi residue di vaccino aveva convocato alcuni ISF, sono stati bloccati dalla Regione e le dosi avanzate sono state buttate. In Toscana al policlinico di Careggi avevano iniziato a vaccinare alcuni ISF, ma anche qui sono stati subito bloccati dalla regione. Nella Regione Lazio a richiesta di Fedaiisf regionale, l’Area farmaci e dispositivi” risponde:
“La regione Lazio si attiene alle linee di indirizzo previste dal Ministero della Salute per l’individuazione dei soggetti che prioritariamente devono avere accesso alla vaccinazione, considerando il numero di dosi disponibile.
L’attività medico scientifica è tra le attività che non hanno un contatto diretto con l’assistito e pertanto, considerando che fino ad oggi l’attività è stata svolta efficacemente da remoto, rientrerà nelle categorie di vaccinazione per età”.
Evidentemente chi scrive queste cose non sa quel che dice, soprattutto non conosce le linee di indirizzo previste dal Ministero della Salute per l’individuazione dei soggetti a rischio. Non conosce l’attività degli Informatori Scientifici che deve essere svolta di presenza (saprà in che ambienti?) soprattutto per chi è a partita IVA che non può usufruire degli ammortizzatori sociali come un lavoratore subordinato. È proprio di ieri la morte di un ISF a partita IVA. Si copre poi di ridicolo quando afferma che l’informazione scientifica si può svolgere efficacemente da remoto. Sarebbe interessante sapere da quali fonti attinge informazioni del genere, o forse non sa il significato della parola “efficacemente”. Lo invitiamo a leggere l’indagine della Fimmg in merito che evidenzia come l’88% dei medici di medicina generale non accetta l’informazione da remoto.
Come possiamo definire queste regioni che rifiutano l’esecuzione di un atto governativo emesso per ragioni di sicurezza pubblica: inadempienti, o peggio? Dormirà sonni tranquilli il responsabile “Area Farmaci e Dispositivi” del Lazio?
Non vogliamo esprimere ulteriori commenti per non incappare in qualche querela per offese a questi soggetti.
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