Egregio Assessore,
siamo portavoce degli iscritti alla Associazione Informatori Scientifici del Farmaco (AIISF) delle province di Perugia e Terni e di tutti gli informatori residenti e operanti in regione.
La nostra categoria a causa dell’emergenza COVID-19 ha sospeso l’attività lavorativa rimanendo a casa ancor prima dei vari DPCM, con senso di responsabilità nonostante le inevitabili ricadute reddituali.
L’attività di informazione scientifica è una delle professioni del settore privato più regolamentato nell’interesse dei cittadini e della comunità sanitaria.
Anche nella storia umbra c’è stata una forte collaborazione tra la nostra associazione, la Regione Umbria, l’Ordine dei medici, le rappresentanze sindacali, che ha portato già nel 2003 alla stesura di un innovativo regolamento regionale sulle modalità degli accessi negli studi medici.
Purtroppo i vari DPCM messi in essere in questi mesi ci hanno dimenticato come professionisti pur lavorando in ambito sanitario; addirittura l’ultimo DPCM ha creato confusione autorizzando la ripresa lavorativa ai codici ATECO di alcuni nostri colleghi.
In questa fase di emergenza siamo stati costretti alla cassa integrazione, a limitare la comunicazione da remoto (via telefono, mail, piattaforme etc…) o addirittura a fermarci senza reddito, e l’abbiamo fatto con la responsabilità di non intralciare il lavoro nella fase acuta della pandemia.
Siamo però consapevoli che la nostra professione è consolidata da un approccio “face to face” con il nostro interlocutore; lo smart working snatura la nostra professione che è consolidata da un approccio diretto basato non solo sulle competenze ma sul rapporto di fiducia, aspetto motivazionale fondamentale per lo sviluppo la crescita e l’ottimizzazione del difficile lavoro che svolgiamo.
In molte realtà ambulatoriali ed in alcuni casi più rari in ambito ospedaliero, il nostro lavoro era organizzato ancor prima dell’emergenza con modalità appuntamento.
Con tale modalità operativa sarebbe assai facile gestire tempi e spazi senza interferire con l’attività clinica anche negli ospedali. Questa organizzazione permetterebbe di farci lavorare nel rispetto dei protocolli di sicurezza per i nostri interlocutori, per i pazienti e per noi stessi.
Siamo pertanto a chiederLe, così come hanno fatto altre regioni ed in assenza di direttive nazionali univoche, di emanare linee guida regionali concordate che ci permettano di tornare al nostro lavoro quanto prima e nella massima sicurezza.
Saremo lieti di poterLa incontrare, via CALL conference o come Lei riterrà più opportuno per conoscerLa e poter esporre nel dettaglio quanto proposto per una ripresa celere e nella massima sicurezza anche del nostro lavoro.
Presidente sez AIISF Perugia Guido Chiocchini Presidente sez AIISF Terni Luciano Ricci