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Comunicato OO.SS. Che ruolo per gli ISF?

Il sindacato di categoria non può non partecipare ad una discussione necessaria alla creazione di un sistema compatibile con il nuovo scenario che si è venuto a creare, in difesa dei tanti lavoratori del settore e del valore che questa attività ha per il SSN.

La legislazione vigente, che disciplina l’attività di informazione medica, mostrava, già prima dell’arrivo della Pandemia, molteplici limiti, pensata ed elaborata in un periodo storico assolutamente diverso da quello attuale, non aiuta a fornire le risposte sulle future modalità organizzative della prestazione lavorativa dell’informatore.

Da sempre, le OO.SS. del settore farmaceutico, hanno ritenuto fondamentale ed insostituibile il ruolo dell’informatore quale elemento di conoscenza e formazione per il medico. La sua attività mira a suggerire la migliore soluzione in termini di aderenza terapeutica e qualità della salute per i pazienti, che si traduce in un risparmio economico per il SSN e l’abbattimento dei suoi costi complessivi.

Il distanziamento sociale e la difesa dei presidi pubblici della Salute (studi medici, ospedali, ecc.), ha di fatto prodotto il fermo dell’attività di informazione compiuta in modo tradizionale, costringendo le aziende e le rappresentanze sociali, ad interrogarsi sul gap di informazione del farmaco che si è prodotto.

Per colmare questo vuoto possiamo accettare di discutere di nuovi strumenti e modalità per garantire nel prossimo futuro una continuità alternativa alla visita tradizionale, focalizzandone però gli ambiti e i contesti di applicazione, considerando anche il momento di difficoltà per la classe medica, specie in alcuni contesti come quello della medicina generale, delle strutture ospedaliere, delle pediatrie, impegnate più di altre nell’emergenza.

In questo periodo di gestione straordinaria, nè il governo, nè l’insieme delle rappresentanze del settore hanno saputo trovare una soluzione condivisa che evidenzi le modalità più opportune per garantire quanto sopra dichiarato.

In assenza di un indirizzo governativo univoco, le Regioni hanno deliberato con libero arbitrio, che in alcuni casi, hanno vietato qualsiasi tipo di contatto con il medico, senza distinzioni. Tutto ciò ha generato pressioni da parte di alcune aziende, nei confronti dei lavoratori interessati, mettendo così in difficoltà lo svolgimento dell’informazione scientifica che deve scegliere tra restrizioni normative e le pressioni aziendali.

Sebbene questo possa essere comprensibile, ma non giustificabile, nel pieno dell’emergenza, non è sostenibile nel medio periodo e si rende assolutamente necessario un confronto con Farmindustria che in un tavolo di discussione possiamo congiuntamente affrontare il tema della informazione scientifica nella sua interezza, trovando modalità e strumenti in grado di superare l’emergenza e gettare le basi per una discussione più ampia per il futuro.

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

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