La filiale francese del gruppo farmaceutico italiano Menarini è accusata di aver ottenuto dei documenti confidenziali appartenenti a case farmaceutiche concorrenti. I vertici di Menarini negano però il carattere dei documenti e l’accusa a loro mossa.
Secondo quanto scrive su Mediapart il giornalista francese Yann Philippin, la filiale francese di Menarini avrebbe ottenuto dei documenti confidenziali sulla composizione dei farmaci dei concorrenti Takeda (Giappone) e Sanofi (Francia) tra il 2012 ed il 2013.
Il primo documento citato nell’inchiesta del giornalista francese riguarda le metodologie utilizzate da Sanofi nell’ambito di accordi con case ricercatrici esterne per lo sviluppo e l’acquisizione di licenze su determinate molecole.
Il secondo, similmente, fa riferimento ad un medicinale contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), relativamente al quale la Menarini sarebbe riuscita a procurarsi due studi realizzati per il lancio di una molecola concorrente, Daxas del laboratorio svizzero Nycomed, che doveva essere sfruttata dalla casa farmaceutica giapponese Takeda.
Interpellata dal giornalista francese, la filiale transalpina di Menarini ha negato di aver sollecitato, ad opera di alcun proprio dirigente, l’acquisizione di queste informazioni, precisando anche che i documenti a cui si fa riferimento non sono da considerarsi confidenziali, in quanto risultano incompleti o contenenti dati ambientali, elaborati da soggetti esterni alle stesse case farmaceutiche.
I benefici terapetuici del Daxas, e del prodotto analogo della Menarini, Bretaris, nella cura della BPCO sono stati riconosciuti come “insufficienti” dall’Alta Autorità della Sanità francese, che nel 2013 ne ha rifiutato l’inserimento nell’elenco dei farmaci rimborsabili dal servizio sanitario nazionale.