Farmaci, Regioni e aziende firmano una bozza di accordo per il payback 2013-2018
Accordo raggiunto sul payback farmaceutico 2013-18. A firmarlo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi (nella foto sotto) e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (nella foto a destra), che hanno concordato un totale di quasi 2,4 miliardi di euro (2,378) per gli anni 2013-17 e fissato un sistema di calcolo di ripiano della spesa farmaceutica per il 2018 che eviti il rischio di nuovi contenziosi.
A confermarlo ad Adnkronos Salute è lo stesso Scaccabarozzi. “Con le Regioni abbiamo cercato di risolvere la situazione con senso di responsabilità” ha detto il presidente di Farmindustria. “Era da troppo tempo che la questione giaceva irrisolta: ben 7 anni. Ci siamo detti: perché non ci parliamo e troviamo una soluzione, visto che le aziende sono quelle che devono pagare e le Regioni quelle che devono avere?”.
“È stata una cosa bella e positiva” ha aggiunto Scaccabarozzi. “Abbiamo lavorato un paio di giorni in maniera trasparente e abbiamo anche previsto, nell’accordo, l’apertura di un tavolo sulla governance farmaceutica e un bilanciamento dei tetti di spesa. Tutto questo” ha concluso il presidente delle aziende del farmaco “per consentire alle Regioni di avere risorse che noi avevamo messo a bilancio e di aprire un dialogo nell”interesse di un settore che ha bisogno di un futuro certo e di capire dove stiamo andando”.
Il raggiunto accordo tra Governo e aziende prevede, come ricordato da Scaccabarozzi, un confronto sulla governance che, in realtà, ha già fissato alcuni snodi, come l’impegno – da parte delle Regioni – di intervenire sul Governo per ridistribuire i “pesi” della spesa farmaceutica del Ssn, rivedendo sia il tetto della convenzionata sia quello degli acquisti diretti, che sommano ospedaliera, distribuzione diretta e distribuzione per conto. L’orientamento è quello di alzare il secondo e, per converso, abbassare il primo, con l’obiettivo di destinare i “risparmi” si realizzano nella convenzionata (ormai da qualche anno sotto il tetto di spesa assegnatole) per la copertura, ancorchè parziale, degli sfondamenti che invece si realizzano senza soluzione di continuità nella posta di spesa per gli acquisti diretti.
Sul punto, Regioni e aziende sembrano ormai viaggiare di conserva: le prime perseguono da anni l’obiettivo di destinare più risorse al tetto degli acquisti diretti e, ora, sul punto incassano l’accordo dell’industria, che probabilmente spera così di portare a casa il risultato di una riduzione degli sfondamenti di quel tetto (sfondamenti che poi le aziende devono ripianare per il 50%).