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Le vere 21 big di Wall Street. Gilead Sciences utile lordo di $2,2 milioni per dipendente

Per come funziona il giornalismo – interessato per definizione al “nuovo” – si ha a volte l’impressione che l’unico settore che produca vera ricchezza sia ormai quello delle tecnologie informatiche.

La tabella allegata elenca le prime ventuno aziende comprese nell’indice Standard & Poor’s 500, le più importanti società americane per capitalizzazione di borsa, a secondo dell’utile lordo che generano per singolo dipendente – GPPE, Gross Profit Per Employee. L’utile lordo è la differenza tra i ricavi di un’impresa e i costi sostenuti per la produzione. È una misura un po’ tagliata con l’ascia che non tiene conto della tassazione né della struttura societaria – ma sono soldi veri.

Le aziende elencate sono ventuno perché sono state ventuno le aziende S&P che nel 2017 hanno superato l’utile lordo di un milione di dollari per dipendente. La prima della lista, la Brighthouse, è una società d’assicurazione (soprattutto polizze vita e piani di rendita) che l’anno scorso ha guadagnato 2,5 milioni di dollari per ogni singolo dipendente. La Gilead Sciences ($2,2 milioni per dipendente) è una casa farmaceutica e l’Altria Group, al terzo posto sempre a $2,2 milioni, è il gigante del tabacco che controlla tra l’altro la Philip Morris USA.

È evidente la preponderanza delle società energetiche nella parte alta dell’elenco. La prima società “tecnologica”, almeno come spesso intendiamo il termine, è Facebook, all’undicesima posizione. Visa, tredicesima, la società che gestisce i pagamenti con carta di credito, è sì tecnologica – una grandissima consumatrice della tecnologia digitale – ma non ne produce, la usa. Apple qui non appare perché, pur essendo una società ricca e importante, si trova solo alla 33a posizione per quanto riguarda l’utile lordo per dipendente.

La penultima dell’elenco, la Monster Beverages, produce bevande energetiche per il mercato consumer. Supera, seppure di poco, l’altra società tech presente, la VeriSign, un importante fornitore dei servizi di base di Internet, con autorità per i Domini di primo livello generici .com e .net.

Start Magazine – 2 settembre 2018 – post di James Hansen

Redazione Fedaisf

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