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Vibo Valentia. Attentato, muore ex ISF

Nel 2014 l’ex ISF, Matteo Vinci, con il padre e la madre, era stato arrestato per una rissa con i vicini di casa, imparentati con la famiglia ‘ndranghetista dei Mancuso, nata da una lite per motivi legati ai confini di un terreno agricolo. Aveva inoltre denunciato la sorella di un altro boss locale. Era stato candidato alle ultime elezioni comunali.

Bomba nel bagagliaio dell’auto, un morto ed un ferito a Limbadi. Si indaga per ‘ndrangheta

E’ stato trasferito in elicottero al Centro grandi ustionati di Palermo, Francesco Vinci, il 73enne rimasto gravemente ferito nell’attentato. Il caso al vaglio della Dda ed il prefetto convoca un vertice d’urgenza

di MIMMO FAMULARO – ZOOM24 – 9 aprile 2014

Non un incidente autonomo, ma un attentato. Sono stati fatti saltare in aria Francesco e Matteo Vinci, rispettivamente padre e figlio. A questa conclusione sono arrivati gli artificieri dei carabinieri dopo gli esami effettuati sul posto. A causare l’esplosione non è stata quindi la bombola gpl che alimentava la Ford Fiesta, ma un’autobomba collocata presumibilmente nel vano portabagagli. L’attentato è avvenuto in località Cervolaro a Limbadi, nel Vibonese, poco dopo le 15. L’esplosione avvertita distintamente in tutto il centro abitato ha causato l’incendio dell’auto dentro la quale è morto carbonizzato Matteo Vinci, 43 anni, ex informatore farmaceutico e candidato alle ultime elezioni comunali nella lista “Limbadi libera e democratica”. Il padre Francesco, 73 anni, ex carrozziere, è riuscito ad abbandonare il veicolo riportando però ustioni di primo e secondo grado alle gambe. I due si stavano tornando a casa dopo aver terminato una serie di lavori su alcuni terreni di proprietà in una zona di campagna.

Le condizioni del ferito. Francesco Vinci soccorso dal medici del 118 è stato trasportato immediatamente all’ospedale di Vibo Valentia e da qui trasferito in elicottero a Centro grandi ustioni di Palermo. Le sue condizioni sono gravi, la prognosi è riservata ma l’uomo non sembra in imminente pericolo di vita. Potrebbe dunque farcela e raccontare agli inquirenti qualche prezioso dettaglio di quello che è accaduto.

Le indagini Su quanto avvenuto a Limbadi nel pomeriggio di oggi indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo guidati dal maggiore Valerio Palmieri. Dal passato della famiglia Vinci emerge un particolare al vaglio degli inquirenti. Nel marzo del 2014 Francesco e Matteo Vinci erano stati arrestati dai carabinieri di Limbadi in seguito ad una rissa con alcuni vicini di casa (imparentati con i Mancuso) e scoppiata per motivi legati ai confini di un terreno agricolo. A carico dei due Vinci non risultano precedenti penali per mafia, né la vittima risulta legata ad ambienti della criminalità organizzata.  Il caso è comunque seguito con particolare attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro perché Limbadi non è un paese qualsiasi ma è il “feudo” di una delle più potenti consorterie criminali della ‘ndrangheta, quella dei Mancuso.

Vertice in Prefettura. Il prefetto di Vibo Valentia Guido Longo ha convocato in via d’urgenza il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in relazione ai gravi fatti delittuosi verificatisi nelle ultime ore a Soriano Calabro dove è stata danneggiata la stele commemorativa di Filippo Ceravolo (giovane vittima innocente della mafia) e a Limbadi dove invece un’esplosione di un’auto ha provocato la morte di una persona ed il ferimento di un’altra. Al vertice organizzato per esaminare la situazione parteciperanno i massimi esponenti delle forze dell’Ordine. Prevista anche la partecipazione del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Giovanni Bombardieri.

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Redazione Fedaisf

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