Accesso alle terapie e sostenibilità: da equivalenti e biosimilari risorse preziose per l’innovazione farmaceutica
La diffusione dei medicinali equivalenti e biosimilari è uno strumento prezioso per rendere disponibili con tempestività terapie dall’impatto significativo sulla vita dei pazienti e sulla tenuta dei sistemi sanitari e valorizzare l’innovazione.
Con il 2017 si è chiusa la stagione delle “genericazioni” delle più comuni molecole di sintesi chimica; entro il 2020 scadranno invece ben 12 brevetti di medicinali biologici. I risparmi derivanti dall’utilizzo degli equivalenti e dei biosimilari nei prossimi anni potrebbero raggiungere diversi miliardi di euro nell’Unione Europea.
Tuttavia, il mercato dei generici è soggetto a fluttuazioni che, secondo un recente editoriale (Generic drugs: are they the future for affordable medicine?) pubblicato da The Lancet Oncology, rischiano di produrre effetti distorsivi sull’intero mondo del farmaco.
Le imprese di generici, sempre più sotto pressione per ridurre i costi, hanno visto infatti assottigliarsi i margini di profitto, e ciò ha generato complicazioni a livello produttivo, che in alcuni casi possono sfociare nel disinteresse a mantenere in commercio un determinato prodotto. Quando un medicinale abbandona il mercato, la concorrenza si riduce e i prezzi tendono nuovamente a salire.
Le aziende di equivalenti che producono anche farmaci branded subiscono un ulteriore contraccolpo alla scadenza dei loro brevetti, quando i concorrenti possono sviluppare le versioni generiche. Queste dinamiche spingono i produttori di generici ad applicare aumenti su altri farmaci. Al contempo, le imprese di farmaci branded, per diversificare il portafoglio, stanno acquisendo aziende più piccole di farmaci generici. Queste fusioni riducono ancora la concorrenza, traducendosi in un ulteriore aumento dei prezzi.
Un mercato instabile e vulnerabile alle forze economiche, quindi, che – secondo The Lancet – richiederebbe politiche di regolamentazione in grado di mantenere livelli adeguati di approvvigionamento, concorrenza e prezzi bassi.
Tuttavia, prima ancora di ripensare le politiche, credo sia fondamentale puntare sulla promozione di una vera e propria cultura del farmaco equivalente (e biosimilare). In Italia, nonostante il trend crescente di consumi degli ultimi anni, i risultati raggiunti non sono ancora ottimali. Un’informazione corretta può far sì che i pazienti siano consapevoli di avere a disposizione farmaci con la stessa qualità, efficacia e sicurezza degli originator, a un prezzo inferiore, e che gli operatori sanitari si avvalgano sempre di più di questi medicinali nella pratica clinica quotidiana.
Su questi temi l’AIFA sta organizzando per il mese di marzo un evento che coinvolgerà in appositi tavoli tematici i diversi stakeholder: associazioni di pazienti, società scientifiche, università, medici, rappresentanti delle regioni e aziende.
Occorre infatti che tutti gli attori siano protagonisti in questa sfida per un sistema sanitario che sia in grado di garantire terapie sempre più efficaci e sicure, in condizioni di sostenibilità economica, e promuovere la ricerca e l’innovazione come condizioni essenziali per il miglioramento della salute dei cittadini.
L’impatto delle terapie innovative, come le terapie avanzate, va considerato infatti non soltanto e soprattutto per le sue potenziali ricadute dirette sulla qualità di vita dei pazienti, ma anche per i risparmi indiretti derivanti dalla riduzione degli oneri delle cronicità e dell’assistenza, che svincolano ulteriori risorse da reimmettere sia nel sistema, per garantire la sostenibilità della spesa, che nel circuito della ricerca.
Mario Melazzini