“Una volta i vaccini potevano far danni, adesso sono assolutamente sicuri”. Una frase che potrebbe essere punto di mediazione tra chi è convinto che i vaccini nascondano rischi per i più piccoli e chi invece sostiene, dati alla mano, che la medicina ora può salvare tante vite umane, tanti soggetti fragili. E che diventa un dovere e un’assunzione di responsabilità vaccinare i propri figli.
Non solo ne è fermamente convinto come medico, ma è diventato principale portatore in tutta Italia di questo messaggio il professor Roberto Burioni, pesarese di 56 anni, virologo, immunologo e docente, insignito della medaglia d’oro al merito della salute pubblica, intervistato alla Festa dell’Unità di Pesaro da Simonetta Marfoglia, responsabile della redazione pesarese del Corriere Adriatico.
Paradossalmente Burioni dedica il suo lavoro di ricercatore ai farmaci alternativi ai vaccini, cioè su quei farmaci che vengono applicati quando i vaccini non funzionano. “Si potrebbe gridare – come lui stesso ammette – ad un conflitto di interesse” .Ma è anche autore del libro “Il vaccino non è un’opinione” che risolve il dubbio.
Come capire se il vaccino è sicuro
“La scienza – ripete Burioni all’infinito – ci dice che i vaccini sono sicuri e affidabili e che proteggono i bambini e l’intera società da pericolose malattie“. Una volta, in verità, in un caso su 600 mila rischiava di suscitare anche una paralisi. Poteva far danni. Ma decenni fa. Ora non più. “Adesso – sostiene a gran voce il professor Burioni – è più sicuro dei normali farmaci che usiamo tranquillamente. Per capire se causano allergie, autismo ecc. si effettuano studi e statistiche. Ebbene le statistiche scientifiche ci dicono che l’incidenza dell’autismo è la stessa che troviamo in soggetti non vaccinati. Quindi, chi dice che crea autismo è come se dicesse che il sole gira attorno alla terra. Un medico che mette in discussione l’immunità di gregge è come un pilota che non crede alla forza di gravità. Andrebbe radiato”. Lo slogan preferito del professor Burioni è “La scienza non è democratica”, cioè “non si decide per alzata di mano”. Si può discutere, ma attraverso i fatti, non attraverso opinioni”.
Il dissenso dei No Vax
Alle considerazioni sull’autismo, i “No vax” presenti tra il pubblico si sono alzati rumoreggiando e se ne sono andati, controllati a da un consistente cordone di polizia. Agenti in divisa e in borghese hanno vigilato per l’intero incontro, effettuando videoriprese sul pubblico per tutto il tempo, anche dopo l’abbandono dei dissidenti. Un vuoto subito colmato da Burioni con una stilettata rivolta ai No Vax e presa in prestito da una famosa e lontana canzone: “La verità vi fa male, lo so”. E rivolgendosi ai contestatori dei vaccini per legge, aggiunge: “Con questo gesto avete dato la dimostrazione della necessità di una norma. In altri Paesi non c’è l’obbligo perché al 98 per cento la popolazione si vaccina spontaneamente. Per senso civico. Per proteggere anche gli altri”.
Ma esistono comunque rischi?
“L’unico rischio – spiega il virologo – è lo shock anafilattico, cioè una violenza reazione del sistema immunitario. Ed è per questo che appare importante restare in ambulatorio per circa mezz’ora dopo la vaccinazione, in modo tale che il medico può intervenire e risolvere rapidamente la reazione. Ma stiamo parlando di un caso su diversi milioni”. Quando vaccinare? “Tra il secondo e il tredicesimo mese. Le vaccinazioni non vanno ritardate”.
I vaccini contengono metalli pesanti e troppi antigeni?
“Contengono alluminio, importante nel sollecitare efficacemente la risposta immunitaria. Ma non dimentichiamo che è l’elemento più presente nel pianeta. Per il resto sento solo bugie. Il programma di vaccinazione è identico in tutto il mondo. I vaccini contengono 260 antigeni. Pensate che un bimbo punto da una zanzara è esposto a diecimila antigeni. Fanno ridere rispetto al lavoro che il nostro sistema immunitario è chiamato a fare in altre circostanze “
La copertura del vaccino è eterna?
“Dipende. Ci sono vaccini che durano per sempre, come quello del morbillo, a meno che non subentrino carenze nel sistema immunitario. Altri, come la pertosse no. In questi casi è importante fare un richiamo. Io l’ho fatto. Anche per gli adulti è importante. Per esempio, una gravidanza con morbillo è pericolosa”
Troppi vaccini obbligatori per legge?
Per Burioni sono invece pochi. “Io ne avrei aggiunti altri quattro: due contro la meningite di tipo C, uno contro lo pneumococco e un altro contro il papilloma, che è per la prima volta un vaccino contro un tumore. Peraltro di assoluta sicurezza che sta facendo crollare le lesioni precancerose e le lesioni tumorali”.
Vaccini, 1,4 per cento del fatturato farmaceutico
“Un euro speso per un vaccino ne fa risparmiare venti. E a chi sostiene che dietro ai vaccini c’è l’interesse delle case farmaceutiche, rispondo con i dati: il fatturato dei vaccini ammonta a 318 milioni di euro, quello dei farmaci contro l’Hiv ammonta a 800 milioni, quello per l’ antiulcera a un miliardo l’anno. I vaccini rappresentano solo l’1,4 per cento dell’intero fatturato farmaceutico. Non riesco a pensare a un complotto mondiale”.
Un paradosso della legge
Per legge l’autocertificazione è obbligatoria da 0 a 16 anni e chi non la presenta si vede respingere l’iscrizione del bambino al nido o alla scuola materna, mentre per chi non presenta l’autocertificazione alla scuola dell’obbligo può comunque iscrivere il figlio pagando una sanzione. Un doppio binario che suona come una contraddizione alla finalità della legge… “Vaccinare è un atto di responsabilità sociale – spiega Burioni che confessa la sua contrarietà a questi distinguo di legge – Secondo me è sbagliato superare il dovere civico con un pagamento. Comunque è sempre meglio che non avere una legge. Pensate ad esempio ad una scuola in cui magari c’è un bambino immunodepresso. Se tutti gli altri sono vaccinati, lo proteggono. E io credo che lo Stato abbia il dovere di difendere i più deboli. Credo che una legge sia doverosa dove il tasso di vaccinazione sia sceso al di sotto del limite minimo di sicurezza, stabilito nel 95 per cento”.
Pesaro è al di sotto della soglia di sicurezza
“E’ vero – ammette Burioni – a Pesaro risulta una copertura molto bassa. E’ un problema. Si rischiano epidemie. Probabilmente c’è bisogno di una maggiore comunicazione. Ma va data voce solo a chi ha un ruolo o è competente, altrimenti si alimentano pericolose bugie. Non è possibile invocare la libertà di opinione. Non è libertà mettere in pericolo la salute pubblica”
Burioni in Politica? Non lo so
Non poteva mancare questa domanda finale. Il futuro del virologo pesarese in Parlamento per il Pd? “Non lo so – confessa – Non lo so”.Le campane del Duomo gli danno respiro e tempo di pesare le parole: “Sarei falso se dicessi che mi ha fatto grandissimo piacere l’apprezzamento di tante persone. E anche la presa di posizione politica di Renzi quando ha ribadito di essere per la scienza e non per le superstizioni. Sono stato molto contento. Però non so se avrei le caratteristiche e le qualità per fare politica. Forse un po’ la sto già facendo parlando alla gente. Non posso dire né sì né no. Ne riparleremo quando sarà il momento”.
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