Il 6 giugno 2017 la Fondazione GIMBE ha presentato presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” il 2° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
La Fondazione GIMBE ribadisce quanto già affermato con la pubblicazione del precedente Rapporto: non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ma continua a mancare un piano preciso di salvataggio, condizionato dalla limitata capacità della politica di guardare a medio-lungo termine. Nella consapevolezza che la sanità rappresenta sia un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, sia una leva di sviluppo economico da sostenere, il Rapporto valuta invece con una prospettiva decennale il tema della sostenibilità del SSN, ripartendo dal suo obiettivo primario: promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone.
Secondo le stime del Rapporto, che restano estremamente conservative nel 2025 il fabbisogno del SSN sarà di € 210 miliardi, cifra che può essere raggiunta solo con l’apporto costante di tre “cunei di stabilizzazione”: piano nazionale di disinvestimento da sprechi e inefficienze, incremento della quota intermediata della spesa privata e, ovviamente, adeguata ripresa del finanziamento pubblico. In assenza di un programma di tale portata, la lenta trasformazione verso un sistema sanitario misto sarà inesorabile, consegnando definitivamente alla storia il nostro tanto invidiato sistema di welfare. Ma, se anche questa sarà la strada, la politica non potrà esimersi dal giocare un ruolo attivo, avviando una rigorosa governance della delicata fase di transizione con il fine di proteggere le fasce più deboli e di ridurre al minimo le diseguaglianze.
Alla tavola rotonda hanno partecipato: Emilia Grazia De Biasi (Presidente 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato), Mario Marazziti (Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera), Antonio Saitta (Coordinatore Commissione Salute, Conferenza Regioni e PA), Nando Minnella (Ministero della Salute), Amedeo Bianco (12a Commissione Igiene e Sanità del Senato), Luigi D’Ambrosio Lettieri (12a Commissione Igiene e Sanità del Senato), Walter Ricciardi (Presidente Istituto Superiore di Sanità).
Executive summary
Diversi sono i fattori che oggi minano la sostenibilità di tutti i sistemi sanitari: il progressivo invecchiamento delle popolazioni, il costo crescente delle innovazioni, in particolare quelle farmacologiche, e il costante aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte di cittadini e pazienti. Tuttavia, il problema della sostenibilità non è di natura squisitamente finanziaria, perché un’aumentata disponibilità di risorse non permette comunque di risolvere cinque criticità ampiamente documentate nei paesi industrializzati: l’estrema variabilità nell’utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie; gli effetti avversi dell’eccesso di medicalizzazione; le diseguaglianze conseguenti al sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie dall’elevato value; l’incapacità di attuare efficaci strategie di prevenzione; gli sprechi, che si annidano a tutti i livelli.
In tal senso, il dibattito sulla sostenibilità del SSN continua ad essere affrontato in maniera distorta dalle varie categorie di stakeholder che, guardando a un orizzonte a breve termine, rimangono arenati su come reperire le risorse per mantenere lo status quo, allontanando la discussione dalle modalità con cui riorganizzare il sistema sanitario per garantirne la sopravvivenza. Per tale ragione, con il precedente Rapporto, elaborato dopo tre anni di studi, consultazioni e analisi indipendenti nell’ambito della campagna #salviamoSSN, la Fondazione GIMBE ha scelto di affrontare la sostenibilità del SSN in una prospettiva decennale, arco temporale sufficiente a mettere in campo gli interventi necessari per fronteggiare la crisi.
Il 2° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del SSN, tenendo conto dei preziosi feedback ricevuti in occasione della consultazione pubblica e di leggi e azioni politiche degli ultimi 12 mesi, fotografa innanzitutto tutte le fonti di finanziamento del SSN: spesa pubblica, spesa privata (intermediata e out-of-pocket), con focus su compartecipazioni alla spesa sanitaria, addizionali regionali IRPEF e detrazioni fiscali per spese mediche.
Il Rapporto analizza quindi in maniera dettagliata le quattro criticità che condizionano la sostenibilità del SSN: definanziamento pubblico, nuovi LEA, sprechi e inefficienze e ipotrofia della spesa privata intermediata, e propone le relative soluzioni.
La rivalutazione della prognosi del SSN al 2025 conferma che la cifra necessaria per garantirne la sostenibilità richiede anzitutto l’esplicita volontà di rimettere al centro dell’agenda politica la sanità pubblica e, più in generale, il sistema di welfare, sintonizzando programmazione finanziaria e sanitaria sull’obiettivo prioritario di salvaguardare la più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un servizio sanitario pubblico equo e universalistico da garantire alle future generazioni.
Escludendo a priori un disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del SSN, la Fondazione GIMBE suggerisce un “piano di salvataggio” del SSN attraverso sei azioni fondamentali:
- offrire ragionevoli certezze sulle risorse destinate al SSN, mettendo fine alle annuali revisioni al ribasso rispetto alle previsioni e soprattutto con un graduale rilancio del finanziamento pubblico;
- rimodulare i LEA sotto il segno del value, per garantire a tutti i cittadini servizi e prestazioni sanitarie ad elevato value, destinando quelle dal basso value alla spesa privata e impedendo l’erogazione di prestazioni dal value negativo;
- ridefinire i criteri della compartecipazione alla spesa sanitaria e le detrazioni per spese sanitarie a fini IRPEF, tenendo conto anche del value delle prestazioni sanitarie;
- attuare al più presto un riordino legislativo della sanità integrativa;
- avviare un piano nazionale di prevenzione e riduzione degli sprechi, al fine di disinvestire e riallocare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi;
- mettere sempre la salute al centro di tutte le decisioni (health in all policies), in particolare di quelle che coinvolgono lo sviluppo economico del Paese, per evitare che domani la sanità paghi “con gli interessi” quello che oggi appare una grande conquista.
In assenza di un piano politico di tale portata, la graduale trasformazione verso un sistema sanitario misto sarà inesorabile e consegnerà definitivamente alla storia il nostro tanto decantato e invidiato sistema di welfare. Ma, se anche questa sarà la strada, la politica non potrà esimersi dal giocare un ruolo attivo, avviando una rigorosa governance della delicata fase di transizione con il fine di proteggere le fasce più deboli e di ridurre al minimo le diseguaglianze.
2° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale
I limiti e le contraddizioni dei governi che si sono alternati in Italia negli ultimi decenni hanno offuscato le nostre aspirazioni e prospettive future e, soprattutto, quelle dei nostri figli perché:
- non si sono ispirati al principio health in all, che imporrebbe di orientare tutte le decisioni politiche (non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali) mettendo sempre al centro la salute dei cittadini;
- hanno permesso alla politica partitica (politics) di avvilupparsi in maniera indissolubile alle politiche sanitarie (policies), determinando scelte condizionate da interessi di varia natura, dai più nobili a quelli penalmente perseguibili;
- hanno accettato continui compromessi con l’industria, sia perché un’elevata domanda di servizi e prestazioni sanitarie genera occupazione, sia perché l’introduzione di specifiche misure di prevenzione rischia di ridurre posti di lavoro.
Oggi, in un clima di incertezze e insicurezze senza precedenti nella storia della Repubblica, il dibattito sulla sostenibilità del SSN continua a mantenere un orizzonte a breve termine e ad affrontare tecnicismi politici (leale collaborazione Governo-Regioni, gestione dei Piani di rientro), organizzativi (riorganizzazione della rete ospedaliera, riforma delle cure primarie, abolizione della libera professione) ed economici (costi standard, ticket, fondi integrativi), perdendo di vista qual è il rischio reale per il popolo italiano. Il modello di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico è una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza di tutti i cittadini, da difendere e garantire alle future generazioni.
[dal Rapporto Gimbe]Notizie correlate: GIMBE: il Servizio Sanitario Nazionale rischia di scomparire entro il 2025