Francesco Izzo, secondo le indagini, aveva costituito insieme alla moglie due società attraverso le quali faceva da intermediario per il rifornimento di apparecchiature che il Pascale acquistava per le cure antitumorali. Faceva risultare gli apparati come gli unici idonei, con la compiacenza del dirigente amministrativo Elia Abbondante, che è anche direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro
di F. Q. | 7 marzo 2017 | Il fatto quotidiano
Corruzione sulle forniture di macchinari per i malati terminali di oncologia all’Istituto tumori Pascale di Napoli. È una delle accuse con cui all’alba di martedì sono state arrestate sette persone, fra cui anche il primario Francesco Izzo. Secondo le indagini, Izzo aveva costituito insieme alla moglie due società attraverso le quali faceva da intermediario per il rifornimento di apparecchiature medicali che il Pascale acquistava per le cure antitumorali. Il primario faceva risultare gli apparati come gli unici idonei per quel tipo di cure e creava le condizioni affinché fossero acquistati urgentemente dalle società a lui riconducibili. In questa modo evitava il bando di gara e procedeva con una trattativa privata. Le società, inoltre, gonfiavano il loro fatturato aumentando sensibilmente il prezzo di acquisto dei dispositivi.
Tutto questo, secondo gli investigatori, avveniva con la compiacenza del dirigente amministrativo, anch’egli arrestato: si chiama Elia Abbondante (nella foto) ed è anche il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro. Ai domiciliari sono finiti anche alcuni imprenditori del settore farmaceutico e un informatore scientifico. Le 7 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono state eseguite dai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli e del nucleo speciale di polizia valutaria, che hanno anche provveduto ad altrettanti sequestri patrimoniale nei confronti delle persone accusate. Complessivamente i finanzieri hanno sequestrato beni per quasi due milioni di euro.
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Per incrementare le vendite un informatore scientifico, Marco Argenziano – ai domiciliari – avrebbe dato 10 mila euro al primario Francesco Izzo per raddoppiare, nel 2015, le prescrizioni e, quindi gli ordini, di un farmaco antitumorale, lo Nexavar, destinato ai pazienti oncologici. [ … continua su ANSA del 07 marzo 2017]
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Le intercettazioni. In una delle conversazioni intercettate tra il medico e l’informatore farmaceutico Marco Argenziano ci sono tutti gli elementi di questa brutta storia.
«Voglio darti 10 mila euro perché tu sei un amico, perché sei una persona politicamente portata, quindi in un mio futuro mi puoi servire per me» dice l’informatore intercettato “ tengo una predisposizione per te, quindi da te non sto venendo a chiederti una giustificazione ma la pezza giustificativa con l’azienda”.
Poi quel dettaglio che fa rabbrividire: «Francè e allora il prossimo anno avremo la rimborsabilità, la spinta forte mi serve quest’anno, l’anno prossimo andrà a morire questo prodotto. Guarda nel colon ha un grande fatturato. In Italia il Nexavar sta facendo il possibile ne abbiamo parlato l’altra volta quindi devo raggiungere l’obiettivo del 2015». E infine chiude: «Vabbè ci siamo detti tutto. Te li metto da parte questi soldi?». Izzo risponde: «Metti da parte che usciranno sicuramente, quest’anno sicuramente molto». [da ottopagine – Napoli 07/03/2017]
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