Per chi non ama vedere i propri investimenti sulle montagne russe ed è consapevole che gli asset «risk free» di un tempo ormai non esistono più, il farmaceutico è tra i settori di Borsa tradizionalmente meno volatili, dato che il business (tranne particolari scoperte con un impatto immediato in termini commerciali) è tendenzialmente orientato verso un processo di crescita per step, senza strappi improvvisi. Ed è così che l’industria finanziaria negli ultimi anni ha moltiplicato le soluzioni d’investimento mirate.
Lo scenario. Anche se i titoli del settore sono reduci da un periodo positivo, secondo un’analisi di Morningstar vi sono le condizioni per una spinta ulteriore grazie ai progressi della ricerca scientifica, che consentono di dare una risposta a numerose malattie diffuse.
In particolare, l’indicazione è di seguire con attenzione le realtà specializzate nei farmaci immuno-oncologici, che ormai raggiungono il mercato nella metà del tempo necessario solo un paio di lustri fa, complice anche un quadro normativo di maggior tutela delle innovazioni.
Per altro, in un settore in cui le dimensioni diventano decisive per generare economie di scala e capacità di penetrazione anche delle nicchie di mercato, è di grande attualità il tema delle fusioni e acquisizioni, che promette di dare ulteriore sprint ai titoli che potrebbero essere coinvolti nel risiko.
Poi vi sono ragioni strutturali come il progressivo invecchiamento della popolazione e la crescita della ricchezza nei paesi emergenti a indicare un contesto di mercato nel quale la spesa farmaceutica tenderà a raggiungere valori via via crescenti.
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07/11/2016 – Luigi dell’Olio – Italia Oggi
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