Il fatturato mondiale degli Api raggiunge i 43 mld, di cui il 10% è realizzato a livello nazionale. Big Pharma torna ad acquistare in Europa. Per continuare a crescere e tenere testa alla concorrenza asiatica non si può perdere il treno dei farmaci biotecnologici.
di Redazione Aboutpharma Online – 18 ottobre 2016 – Aboutpharma
Buone notizie per il comparto delle materie prime farmaceutiche italiane. Il settore tiene testa alla concorrenza dei paesi asiatici e torna a occupare una posizione di leadership nel panorama internazionale, realizzando il 10% di tutto il fatturato mondiale del settore, pari a circa 43 miliardi di dollari. Una vittoria che è stata presentata oggi a Milano nel corso del Forum 2016 di Aschimfarma, l’associazione di Federchimica che rappresenta in Italia i produttori di principi attivi farmaceutici (active pharmaceutical ingredients – Api).
A contraddistinguere la produzione nazionale sono l’alta qualità e l’estrema specializzazione del settore, riconosciute anche da molte big pharma tornate negli ultimi anni ad acquistare in Europa, e in particolare in Italia. “Abbiamo da tempo raccolto le più importanti sfide della globalizzazione, producendo secondo standard di alta qualità e sofisticata specializzazione, nonché del cambiamento tecnologico, con investimenti in capitale umano e Industria 4.0” commenta Gian Mario Baccalini, presidente Aschimfarma.
Secondo uno studio di settore, presentato oggi da Giampaolo Vitali, docente di Economia d’Impresa all’Università di Torino, il costo del lavoro pro-capite del settore Api supera del 50% la media manifatturiera, il rapporto tra investimenti e addetti è più triplo del manifatturiero e la reddittività operativa è più che doppia. “Il comparto Api – spiega Vitali – è un settore di eccellenza che rappresenta un modello di sviluppo per il resto dell’economia”. Alte le quote delle esportazioni italiane che rappresentano oggi l’85% della produzione delle circa 80 imprese nazionali. Al di fuori dell’Europa, quasi il 30% delle esportazioni è raccolto dagli Stati Uniti (il maggiore mercato a livello mondiale) e il 6% dal Giappone, mercati ad elevata compliance. “Al successo del settore Api sottende anche un buon modello di sviluppo sostenibile – aggiunge Vitali – declinato sia sotto forma di sostenibilità economica (buone performance e crescita), sia sociale (tenuta occupazionale, lavoro qualificato e bassi infortuni), sia ambientale (riduzione delle emissioni, recupero energetico e rispetto dell’ambiente)”. Quest’ultimo punto, ovvero l’impatto green, acquisterà sempre più importanza. “L’impatto ambientale – sottolinea Luca Pani, direttore generale dell’Aifa – sarà la partita finale su cui combattere con i paesi asiatici”.
Non mancano però ancora alcuni punti critici da affrontare. Primo fra tutti, l’incertezza dei tempi della burocrazia che ostacola gli adempimenti aziendali e impedisce una visione a medio-lungo termine. Occorre inoltre “rendere più omogeneo il contesto regolatorio europeo – prosegue Vitali – evitando una competizione istituzionale tra i paesi dell’Unione, che favorisce le aree meno regolamentate a scapito di quelle più controllate, e rendere più omogeneo anche il contesto regolatorio mondiale, imponendo un maggior rispetto degli standard internazionali anche da parte delle imprese asiatiche”. Infine per promuovere la crescita del settore, delinea il docente, è necessario favorire “l’ingresso di capitale industriale non speculativo che investa a medio-lungo termine per la crescita dimensionale e tecnologica delle aziende”. Solo così sarà possibile raccogliere la nuova sfida dei farmaci biologici e biosimilari. “Un mercato – avverte Baccalini – da cui non possiamo assolutamente restare fuori. Le tecnologie produttive dei farmaci biotecnologici dovranno essere parte integrante delle strategie dei produttori di Api”. Per competere a livello internazionale le aziende nazionali dovranno fare grossi investimenti su “piattaforme tecnologiche per la produzione di anticorpi monoclonali, nanotecnologie, sensoristica unita alle piccole molecole, sistemi impiantabili per il rilascio controllato di farmaci, produzioni miste” conclude Pani.
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