Con i farmaci equivalenti la sanità pubblica italiana risparmia un miliardo di euro l’anno. E di questi, ben 200 milioni sono il contributo apportato da Teva Italia, azienda che detiene, da sola, il 20% del mercato dei generici. È quanto emerge da una ricerca condotta da The European House – Ambrosetti, presentata a Roma durante un incontro al Ministero della Salute dal titolo “Venti anni di Teva in Italia. Crescita, innovazione e valore per il Paese”.
“Il contributo che grandi aziende farmaceutiche possono apportare in termini di diritti dei cittadini può essere molto importante”, spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Non solo – aggiunge – perché producono valore economico, posti di lavoro e indotto, ma anche perché investono in ricerca, che significa nuove possibilità di cure per i pazienti”. Nel caso di Teva, oltre 60 persone sono impiegate in Ricerca e Sviluppo dei farmaci, mentre sul fronte della Ricerca Clinica l’azienda ha in corso studi che vedono coinvolti oltre 1.000 pazienti in più di 150 centri. “Le strategie aziendali e l’innovazione hanno sempre avuto, e hanno ancora oggi, – ha commentato Hubert Puech d’Alissac, amministratore delegato di Teva Italia – al centro le persone. Il nostro obiettivo e’ quello di rispondere ai crescenti bisogni terapeutici e di contribuire al miglioramento della qualità di vita dei pazienti, in particolare investendo in farmaci innovativi, sia oncologici che per il sistema nervoso centrale”
7 ottobre, 2016 – Daily Health Industry
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