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Big Pharma sempre più social. Ma deve fare di più (e meglio)

Risultati immagini per Ogilvy HealthworldUso dei social network? Big Pharma promossa, anche se dovrebbe capire meglio le esigenze degli utenti. Questo, in sintesi, è quanto è emerso dalla survey ‘Social Check-up’, realizzata dalla società di comunicazione Ogilvy Healthworld insieme all’agenzia Pulsar. Prendendo in considerazione le 20 più grandi aziende farmaceutiche al mondo per fatturato, la ricerca ha valutato, per ciascuna, la presenza sui social media, in particolare il numero, la tipologia e il contenuto di messaggi via Facebook, Twitter, YouTube e Instagram.

Ai primi posti per l’impegno si sono posizionate Boehringer Ingelheim e Novo Nordisk, mentre Allergan, Teva, Takeda, Gilead e Astellas si sono tutte più o meno attestate allo stesso livello, nella parte bassa della classifica. Ma per la valutazione finale non contava solo il numero di messaggi. Eli Lilly, per esempio, è stata l’azienda che ha messo più post nei sei mesi di studio, ma l’impegno è stato giudicato solo poco sopra la media.

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Ogni settimana, comunque, le aziende farmaceutiche postano in media sette messaggi su Facebook, 26 Tweets, un video su YouTube e quattro post su Instagram. Per quanto riguarda il contenuto dei messaggi, la ricerca ha evidenziato che il 29% è su patologie e consapevolezza, il 25% su notizie aziendali, il 19% su convegni e incontri, il 13% sulla responsabilità sociale, l’8% su aggiornamenti di prodotti e su ricerche in corso, il 2% su notizie dall’industria farmaceutica in generale e il 3% su altri argomenti. Tuttavia, anche in questo caso, il numero dei messaggi non corrisponde a un impegno effettivo. “Per esempio la gran parte dei post sulle malattie non corrisponde a un impegno con i consumator”i, ha evidenziato l’autore dello studio, Rick Evans.

Ad avere il più alto tasso di coinvolgimento sono le notizie sulle aziende, seguite dai messaggi di responsabilità sociale. “È difficile da capire senza analizzare nello specifico ciascuna società, ma sembra che le aziende o non conoscono il loro pubblico, e per questo non lanciano contenuti appropriati, o non attraggono il pubblico che vorrebbero”, ha dichiarato Evans. Secondo Rebecca Canvin, direttore social media di Ogilvy, il risultato della ricerca evidenzia che sta alle aziende farmaceutiche assicurarsi che i loro messaggi raggiungano il pubblico giusto, ed eventualmente rivolgersi ad agenzie che le aiutino. “Penso che sia arrivato il momento di smettere di dire che la farmaceutica è un settore troppo regolamentato e iniziare piuttosto a riconoscere che le aziende stanno cominciando ad utilizzare i social media e che alcune lo fanno anche bene”, ha sottolineato l’esperta.

7 ottobre, 2016 – Daily Health Industry

Redazione Fedaisf

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